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La Nazionale del 1968 che vinse gli Europei con una rivoluzione da romanzo

La monetina in semifinale, la ripetizione della finale. 100 lire lanciarono l’Italia contro una Jugoslavia superba e stanca nell’unico storico trionfo

La Nazionale del 1968 che vinse gli Europei con una rivoluzione da romanzo

Del 1968 ognuno ha un ricordo che sa di rivoluzione, l’Italia riuscì a farla a modo suo anche su un campo di calcio. I trionfi della Nazionale hanno sempre i colpi di scena di un giallo, le trame di un romanzo e i grandi duelli cavallereschi. L’unica vittoria degli Europei non fa eccezione, da questo punto di vista.

Era un torneo totalmente diverso da quello attuale nella formula. La fase a gironi rientrava nel percorso di qualificazione alla competizione, chi chiudeva al primo posto rientrava nel tabellone finale composto da otto squadre. I quarti di finale si giocavano ancora in andata e ritorno, semifinali e finale invece in un’unica sede. L’Uefa peraltro assegnò quell’edizione proprio all’Italia, i tre stadi designati erano Firenze, Roma e Napoli.

La Nazionale che si approccia a quegli Europei non è sicuramente la favorita, come spesso accade. I pronostici pendono fortemente verso l’Inghilterra, campioni del mondo in carica, mentre gli Azzurri avevano rimediato la peggior figura della propria storia contro “la squadra di Ridolini”, la Corea del Nord. Cambia il ct: Fabbri lascia il posto a Valcareggi. La sicurezza britannica si basava anche sulla recente vittoria in Coppa dei Campioni: Bobby Charlton guidò i Red Devils al successo sul Benfica (arbitrava Lo Bello) ed era anche il punto di riferimento della nazionale. L’Italia aveva diverse sicurezze, come Prati capocannoniere del campionato e vincitore dello scudetto del Milan, con qualche scommessa, come il giovane Anastasi centravanti del neopromosso Varese.

I convocati dell’Italia
Portieri: Albertosi (Fiorentina), Vieri (Torino), Zoff (Napoli)
Difensori: Anquilletti (Milan), Bercellino (Juventus), Burgnich (Inter), Castano (Juventus), Facchetti (Inter), Guarneri (Bologna), Rosato (Milan), Salvadore (Juventus)
Centrocampisti: Bulgarelli (Bologna), De Sisti (Fiorentina), Ferrini (Torino), Juliano (Napoli), Lodetti (Milan), Rivera (Milan)
Attaccanti: Anastasi (Varese), Domenghini (Inter), Mazzola (Inter), Prati (Milan), Riva (Cagliari)

Ai quarti all’Italia tocca la Bulgaria, che vince a Sofia 3-2 ma poi cede al San Paolo con le reti di Prati e Domenghini. Un mese e mezzo dopo, proprio di questi tempi, comincia la vera fase finale. La Nazionale affronta l’Unione Sovietica: 0-0 dopo i tempi supplementari. A decidere la sfida non sono i calci di rigore secondo l’uso attuale, ma il lancio di una 100 lire. La gara si gioca a Napoli, come se anticipasse in qualche modo un destino favorevole quando si parla di monete. L’arbitro la fa roteare, il capitano Facchetti fa la scelta giusta: l’Italia è in finale. Nell’altra gara, la Jugoslavia elimina gli inglesi ed è un successo che li carica di boria. Si sentono favoriti, molto probabilmente sono anche più forti. Ma dallo scontro in semifinale escono acciaccati e stanchi, più di noi.

Eppure, la Jugoslavia passa comunque in vantaggio. A cavare gli Azzurri dall’impaccio ci pensa ancora “Domingo” che trova la rete a dieci minuti dalla fine. I supplementari non restituiscono un vincitore, la finale dovrà rigiocarsi come da regolamento due giorni dopo. Valcareggi, che non aveva scelto la miglior formazione nel primo atto della finale, ne cambia cinque nel secondo, un lusso che gli avversari non possono permettersi. Riva, Salvadore, Rosato, De Sisti e Mazzola rilevano Prati, Castano, Ferrini, Juliano e Lodetti. Completano la formazione Anastasi, Facchetti, Domenghini, Guarneri, Burgnich e Zoff. È la mossa decisiva, in mezzora l’Italia segna due volte prima con Riva e poi con Anastasi. La Nazionale vince nel modo più incredibile, con una monetina e la ripetizione della finale. Nel modo più italiano.

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