“I club della Superlega devono il loro prestigio alle avversarie che ora trattano come sudditi. Il Real ha costruito il suo mito anche vincendo con la Fiorentina o a Francoforte”

El Pais definisce la nuova Superlega “un esclusivo smoking club” che ha approfittato dell’orrore di una pandemia per annunciarsi. In un editoriale di Santiago Segurola parla di “tempi selvaggi, definiti dall’avidità e dalla disuguaglianza”, di un “momento che benedice il potere di pochi e trasforma il resto in soggetti, in sudditi costretti a piegare le spalle ed esprimere gratitudine per la loro sfortunata realtà”.
Ma soprattutto il commento del quotidiano spagnolo coglie un punto:
“La Superlega è il lussuoso giocattolo di un piccolo gruppo di oligarchi, banchieri, sceicchi, la maggior parte dei quali provenienti da luoghi con poca tradizione nel calcio”. “Con la vanità che caratterizza le élite, i dirigenti della nuova lega non hanno problemi a rivendicare un ruolo esemplare. Gli stessi proprietari che hanno innescato l’inflazione nel calcio, hanno elevato il mondo degli intermediari alla categoria dell’industria e hanno indebitato i loro club fino alle sopracciglia, fingono di apparire come maghi del management. I club che pretendono di ‘mes que un club’ (il Barcellona, ndr), di camminare con la loro gente fino alla fine del mondo (il Liverpool, ndr), di proclamarsi portatori di valori eterni, non hanno problemi a diventare una semplice unità aziendale, come Wall Street”.
“Si lasciano alle spalle il mondo che li ha resi rilevanti, le squadre che li hanno aiutati con la loro rivalità a costruire il loro prestigio, quelli che un giorno erano grandi come loro e ora sono aneddotici: il Real Madrid ha stabilito il suo mito europeo vincendo le finali allo Stade de Reims, con la Fiorentina, l’Eintracht a Francoforte o il Partizan a Belgrado; il Barça ha vinto la sua prima Coppa dei Campioni contro la Sampdoria. E anche chi paga la piccolezza dei propri mercati, il caso di Ajax, Porto o Benfica, colossi che potranno entrare nella nuova confraternita solo su invito, nonostante alcuni dei loro membri non hanno mai vinto la Coppa dei Campioni o non hanno registrato uno scudetto negli ultimi 60 anni (il Tottenham Hotspur)”.