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Valdano: «Presto non avremo più calciatori capaci di pensare in campo»

Sul Paìs: «Sono pochi quelli in grado di decidere senza guardare l’allenatore. Modric e Benzema gli ultimi superstiti. È il calcio repressivo»

Valdano: «Presto non avremo più calciatori capaci di pensare in campo»

Notevole la rubrica settimanale di Jorge Valdano sul Paìs. Per alcuni probabilmente le sue parole suonano come passatiste, in realtà il campione del mondo dell’86 è molto attento a evitare quest’accusa.

Valdano scrive che si stanno estinguendo gli ultimi calciatori in grado di pensare con la propria testa. Sono giocatori adulti, avviati anagraficamente al tramonto, fa i nomi di Suarez, Busquets, Modric, Benzema, Piqué, Silva, Raúl García. Giocatori accomunati da una caratteristica:

Giocatori che rompono il piano previsto con colpi di ispirazione, carattere o intelligenza. Giocatori che conoscono il calcio e non devono guardare l’allenatore per prendere decisioni. Date un’occhiata a questi esemplari perché potrebbero essere gli ultimi calciatori con un’autonomia di pensiero. Un allenatore della Liga mi ha detto che oggi i calciatori chiedono soluzioni in grado di risolvere i problemi. Questo ci porta al regno del metodo che anestetizza i neuroni dei giocatori dando all’allenatore il comando anche delle sorprese.

Valdano parla di Guardiola e del City. Dice che non discute la bellezza delle sue squadre.

Ma non mi piace sentirlo dire che è felice quando vede che la sua squadra fa quello che aveva pianificato in settimana. È un concetto che sottrae qualcosa di essenziale al giocatore: l’iniziativa, il suo status di proprietario del gioco. Se questo mi succede con il City, di cui non perdo una partita, figurarsi con quelle squadre che, quando accendo la tv, posso solo guardare mentre faccio il sudoku. Stiamo perdendo quel che i veterani conservano dal doppio apprendimento: l’informale della strada (che evidenzia la diversità) e il formale dell’Accademia (che tende all’uniformità). È indiscutibile che questa sfida sarà vinta dal metodo, rendendo il calcio più scacchistico. In questo contesto i vecchi saggi sono l’ultima consolazione.

Valdano si concentra ancora sul City.

Se il City allieta il gioco con la sua posizione in campo, il possesso, la pressione, la precisione, altri rendono il metodo un regime repressivo dove calciatori obbedienti giocano a memoria un calcio preriscaldato e adornato con parole difficili o eufemismi molto fantasiosi. (…) Dimentichiamo che la magia di questo gioco popolare è nella sua accessibilità e nella sua semplicità, e se continuiamo a spingerlo lontano dalle persone, lo condanneremo a morte.

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