Dietro il fallimento in Europa, scrive il quotidiano, ci sono le scelte sbagliate dell’ultimo biennio, dai tre allenatori cambiati in 14 mesi ai 200 milioni spesi nell’ultimo mercato.
“Juve fine ciclo”. E’ il titolo dedicato da La Stampa alla Juventus eliminata dalla Champions. Dietro il fallimento in Europa, scrive il quotidiano, ci sono le scelte sbagliate dell’ultimo biennio, dai tre allenatori cambiati in 14 mesi ai 200 milioni spesi nell’ultimo mercato.
Non si può dire che il progetto è solo all’inizio, scrive il quotidiano.
“Fra i titolari dello scorso anno è andato via solo Pjanic (Matuidi, Higuain e Khedira ruotavano) e sono stati innestati campioni costati, in tempi di crisi, oltre 200 milioni”.
Non c’è stata una rifondazione.
“E parlare di squadra inesperta – copyright by Pirlo – è alibi fragile. Conviene chiedersi, piuttosto, se si è speso bene”.
Pirlo è quello che ha meno colpe di tutti, alla fine.
“Prima di discutere chi guida la squadra – l’apprendistato non è una colpa – va messo in discussione chi l’ha smontata e ricostruita in due anni dopo aver voluto l’esonero di Allegri in nome di una rivoluzione estetica affidata a Sarri e naufragata. Paratici, responsabile del mercato, è in odore di rinnovo, ma come tutti i manager dovrà dar conto alla proprietà del suo operato, e intanto, recuperando umiltà, interrogarsi sulle sue scelte”.
La partita contro il Porto non è stata soltanto una serata storta.
“Ma una summa di noti difetti bianconeri: approccio sbagliato, errori inconcepibili (ma che barriera era?), possesso sterile e povertà di gioco. Di solito, sopperisce Ronaldo. Che però s’è concesso una pausa. Discuterlo è folle, basti ripassare la media-gol, ma i fatti valgono anche per lui e dicono che in tre anni di Juve ha segnato in Champions meno che nell’ultimo anno al Real e non ha mai oltrepassato i quarti”.
La Stampa ne ha anche per Nedved.
“Una postilla: tra i fotogrammi dell’ultima, triste notte europea, c’è Nedved che prende a calci un tabellone. Saremo vecchi romantici e banali, perciò si perdoni la frase fatta: è un’immagine che non fa bene al calcio”.