Lo svedese ha una frequenza media di scansione superiore alla media, che gli permette di anticipare le giocate anche di 2-3 secondi

La capacità di essere ancora così incisivo, a quasi 40 anni, aveva fatto sorgere qualche domanda sul fatto che Zlatan Ibrahimovic potesse avere o meno qualche superpotere. E qualcosa di vero c’è, come ha spiegato La Gazzetta dello Sport che ha intervistato il professor Geir Jordet, professore alla Norwgian School of Sport Sciences e co-fondatore di BeYourBest (azienda che sviluppa software per calciatori).
Ibrahimovic infatti dispone di una visione periferica nettamente superiore alla media. Lo svedese è stato un caso di studio per il professor Jordet, ha cominciato le misurazioni su di lui ai tempi del Psg e ha proseguito al Milan. Ha una frequenza media di scansione di 0,5 al secondo mentre normalmente per un attaccante è 0,3. Negli ultimi dieci anni i valori più alti sono stati fatti registrare da Xavi (0,83), Fabregas (0,76), Lampard (0,62), Gerrard (0,61) e Pirlo (0,58).
Peraltro Ibra riesce ad avere una scansione migliore di ciò che lo circonda mentre la palla è in volo, che è ancor più difficile rispetto a quando il pallone viaggia rasoterra. Questo permette all’attaccante del Milan di poter anticipare le giocate anche di 2-3 secondi, un tempismo che sotto porta può fare tutta la differenza del mondo.
Secondo Jordet, questa abilità è allenabile. Un esempio è Martin Odegaard, di proprietà del Real Madrid e attualmente in prestito all’Arsenal.
Ha iniziato a 8 anni con un esercizio semplicissimo: il padre gli passava il pallone, il fratello alle sue spalle si muoveva a destra o sinistra e Martin doveva intuire e dichiarare dove fosse andato prima di ricevere palla.