Mihajlovic: “Sopravvivere alla malattia mi ha reso migliore, ora mi emoziono di più”

L’allenatore del Bologna ha presentato la sua biografia a Porta a Porta: “Sono stato sempre un uomo divisivo, invece con la malattia ho unito tutti”

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Sinisa Mihajlovic, allenatore del Bologna, ha presentato la sua biografia “La partita della vita” ospite di Bruno Vespa a Porta a Porta. Questi sono alcuni estratti dell’intervista.

Ho avuto la sfortuna di avere la leucemia, che è una malattia pericolosa. Sono stato male i primi giorni, poi ho tirato fuori tutta l’energia perché ero convinto di poter vincere. Conta molto la mentalità. Ringrazio molto i dottori: io avrò anche un carattere forte, ma senza le cure giuste sarebbe tutto inutile. Un ragazzo americano di 22 anni mi ha salvato la vita, anche se non ci conosciamo perché non si può. Hanno scelto una persona fuori dal nucleo familiare anche se nessuno dei miei era comunque compatibile.

Il mio obiettivo era rimanere in vita, non potevo morire. Non potevo pensare di non vedere un giorno crescere i miei figli o pensare che mia madre pianga per me. Non è questo il ciclo della vita. Mi sono sentito molto voluto bene da tutti, non mi era mai capitato. Sono stato sempre un uomo divisivo, invece con la malattia ho unito tutti e mi ha dato la forza di combatterla. Non guardo mai il bicchiere se mezzo pieno o mezzo vuoto, ma penso al contenuto.

Mi sono ripromesso che se riesco a rimanere in vita, e ce l’ho fatta, diventerò un uomo migliore. Ora sono più paziente, prima della malattia ero molto impulsivo, e mi emoziono più facilmente. Mi godo certe cose che quando stai bene sembrano scontate.

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