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Alla Fiorentina arriva Kokorin: si fece 345 giorni di carcere e a Napoli disse: “Maradona chi?”

Il nuovo bomber della Viola aggredì un funzionario di governo in un bar. Con Mancini allo Zenit fece 19 gol ed è considerato un talento

Alla Fiorentina arriva Kokorin: si fece 345 giorni di carcere e a Napoli disse: “Maradona chi?”

Uno può anche essersi fatto 345 giorni in un carcere russo per aver aggredito un funzionario di governo in un bar, ma a Napoli Aleksandr Kokorin se lo ricordano ancora perché in una conferenza stampa prepartita al San Paolo cinque anni fa – lui era la punta della Dinamo Mosca – se ne uscì con una specie di “Maradona chi?”: non sapeva che Diego avesse giocato col Napoli. Da queste parti, per una cosa così, altro che carcere.

Ma nemmeno in Russia scherzano. Sicché l’attaccante che ha firmato con la Fiorentina è un ex pregiudicato: tra le partitelle nell’ora d’aria e la nuova avventura con Prandelli ha fatto in tempo a metterci in mezzo appena 15 partite e 7 gol tra Soci e Spartak Mosca.

Noto anche per altre facezie, tipo quando si fece ritrarre a sparare in aria con due pistole ad un matrimonio di un amico, è in verità un bomber abbastanza blasonato, con una discreta nomea in campo e una fedina penale sporca fuori.

Stava per accasarsi alla Roma già 7 anni fa, ma saltò tutto. L’anno in prigione, dice, l’ha cambiato. Anche perché in Russia di sconti non ne fanno. Al processo per l’aggressione insieme all’amico Mamaev e al fratello Kirill si mise addirittura a piangere, ma il giudice non fece una piega.

Lui e il compagno finirono nella colonia penale di Belgorod, tra i boschi al confine con l’Ucraina, una specie di confino. E divennero manco a dirlo i pilastri della rappresentativa penitenziaria.

Kokorin è stato scarcerato con la condizionale dopo quasi un anno di reclusione, il 17 settembre 2019. Lo Zenit San Pietroburgo gli ha immediatamente prolungato il contratto che aveva sospeso ma la federazione impedisce la registrazione. Kokorin, ancora in libertà vigilata, viene spedito in prestito al Sochi — in prima divisione – per decisione dei vertici del calcio russo.

Ha in curriculum un anno strepitoso allo Zenit sotto la guida di Mancini, nel 2017-18, con 19 gol. È il calciatore russo più giovane a segnare almeno 10 gol in campionato. Il più veloce a segnare in nazionale (dopo 13 secondi, al Lussemburgo). Il più giovane marcatore della Dinamo Mosca. Talmente precoce che giravano voci fosse nato nell’89 e non nel 1991, voci peraltro mai confermate.

Kokorin soprattutto fa la felicità dei tabloid. In carcere, si racconta, passa le sue giornate in chiesa, oppure a leggere Delitto e Castigo di Dostoevskij.

“Ora prendo le cose più seriamente, non avrei mai dovuto arrivare al punto di finire in carcere. Quando ho perso tutto, famiglia, amici e calcio, mi sono reso conto che non potevo continuare in quel modo”.

A Natale del 2012 posta su Instagram alcune foto con Mamaev. In una si baciano. Nell’altra fanno un bagno nudi in una Jacuzzi. Tutto accompagnato dalla frase “Lo amo”. Due anni i giornali scandalistici pubblicano alcuni suoi scatti con due spogliarelliste. La fidanzata dell’epoca non capisce “lo scherzo” e lo molla.

Nel 2016 agli Europei francesi la Russia viene eliminata al girone. Contro l’Inghilterra Marsiglia diventa terreno di scontro fra le due tifoserie, a terra restano 35 feriti. All’ultima partita il Galles li umilia. I tifosi sono inferociti e lui si presenta al Twiga di Montecarlo insieme all’inseparabile Mamaev, e ordinano 250mila euro di champagne. I tifosi non la prendono benissimo.

Nel 2018, fuori dal carcere con la lezione – dice – mandata a memoria, un infortunio al ginocchio gli fa saltare i Mondiali. “Questa forse è la mia ultima occasione per dimostrare di poter giocare in uno dei maggiori campionati europei”, dice ora che arriva a Firenze. Dal buon Prandelli.

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