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Juri Chechi: «Il calcio è uno sport bellissimo, ma è proprio un mondo a parte»

A La Verità: «Grave la chiusura di scuola e sport. Dobbiamo ridare ai ragazzi la possibilità della socialità. Nella Costituzione non si parla di sport: lo sa che 1 euro investito nello sport fa risparmiare 5 euro in sanità?»

Juri Chechi: «Il calcio è uno sport bellissimo, ma è proprio un mondo a parte»

A La Verità: «Dinamiche diverse, interessi diversi».

Su La Verità una lunga intervista a Jury Chechi, il signore degli anelli. Oggi è imprenditore. Tutte e tre le sue imprese sono state chiuse dalle misure restrittive in vigore per il Covid.

«Ho iniziato a fare l’imprenditore con una società di servizi: comunicazione, eventi, formazione. E ho poi diversificato. Nel 2013 mi sono innamorato di un colle nelle Marche e con un’amica abbiamo aperto un agriturismo-resort, costruito con tecniche di bioarchitettura, con l’obiettivo di far sentire le persone a casa, a contatto con la natura e la terra. Vino di nostra produzione, ristorante, centro benessere, nove stanze» .

Non solo:

«Due anni fa ho avviato il progetto di un’accademia sportiva per la disciplina del Calisthenics, uno sport completo arricchito dalla dinamicità della ginnastica artistica. Abbiamo una piccola sede a Prato, c’era e c’è il progetto di un ampliamento e di un franchising. Lo avremmo già avviato, ma aspetto tempi migliori».

Si esprime in termini molto critici sull’operato del governo.

«Posso capire che occorreva limitare gli spostamenti, ma non ci sono evidenze scientifiche che nelle palestre – e nei luoghi della cultura – ci fosse alto rischio di contagio. Poi è successo che nella seconda chiusura è stato dato un ultimatum, per mettersi in regola con le normative di sicurezza. In tanti hanno investito, e poi non hanno potuto restare aperti. Faccio fatica a comprendere questo tipo di scelta da parte del governo. So che alcune attività hanno ricevuto i ristori, ma con cifre non all’altezza delle risorse spese. E comunque non sono arrivati a tutti. Soprattutto, però, c’è stato un problema di non chiarezza nella comunicazione» .

Ci sono stati diversi errori, dice. I ristori sono stati troppo esigui, soprattutto per l’agriturismo. La sua fortuna è quella di avere «le spalle coperte ancora per qualche tempo», a differenza di tanti altri.

Ha dovuto pensare, però, ai suoi dipendenti, che ancora non hanno ricevuto la cassa integrazione.

Chechi contesta la chiusura della scuola e dello sport.

«Sarebbe stato meglio chiudere tutto per due o tre settimane e poi riaprire con poche regole, e chiare: scuola e sport soprattutto. Chiedo: non sarebbe convenuto, anche se il calcolo politico non riusciva a giustificarlo? Dobbiamo ridare ai ragazzi la possibilità della socialità. Le società sportive sono poi in grave crisi: a tante mancano i bonus previsti per novembre e dicembre. Il mio timore è che quando si ripartirà una percentuale importante non riaprirà. Creando, anche, un problema sociale».

Commenta anche il fatto che, invece, il calcio non si è mai fermato.

«Non sono un tifoso, ma seguo, è uno sport bellissimo. Non credo però di offendere nessuno dicendo che il calcio è proprio un mondo a parte. Dinamiche diverse, interessi diversi».

Parla della sua candidatura, quattro anni fa, alla Federazione della ginnastica.

«Ho avuto qualche incarico, ma evidentemente ho dei limiti – che non mi dispiacciono, lo dico senza modestia – per cui la mia candidatura non è stata gradita. Ma ci riproverò, voglio dare il mio contributo. Qualcosa nello sport dovrebbe cambiare, ci sono valori che io credo possano coesistere con un equilibrio politico. Certe dinamiche non aiutano, servirebbe più collaborazione, più armonia. Penso anche che il fatto che nella Costituzione non si parli di sport sia grave».

Lo sport dovrebbe essere un diritto e «in alcuni casi gratuito».

«Lo sa che 1 euro investito nello sport fa risparmiare 5 euro in sanità? Secondo i calcoli del Coni e del ministero della Salute ci sarebbe un risparmio di 2,3 miliardi di euro all’anno in prestazioni specialistiche e diagnostiche, ricoveri e terapie. Ma oggi si parla solo di Mes».

 

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