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Granada città e tifoseria passionale: una semifinale di Copa del rey ha infiammato le strade

Il racconto di chi là ci vive: un luogo stracolmo di turisti, con la meraviglia dell’Alhambra (e tante altre cose), madridista fino all’esplosione della squadra

Granada città e tifoseria passionale: una semifinale di Copa del rey ha infiammato le strade

Ero seduto alla “barra” della Botilleria, sì la barra, il bancone del bar, una vera istituzione per gli andalusi, in una meravigliosa primavera Granadina della vecchia normalità, solo coi miei pensieri e il mio bicchiere di Ribera del Duero, quando un uomo sulla sessantina, seduto 3 metri alla mia destra, mi rivolge la parola repentinamente chiedendomi se esistesse nel mondo un’altra città dove ti svegli la mattina, fai colazione, ti metti in macchina e in 30 minuti sei sulle piste di sci della Sierra, poi torni, visiti un monumento dalla portata mondiale come la Alhambra, pranzi con le proverbiali tapas granadine e poi in altri 30 minuti sei sulla costa, Motril, Salobreña,Almuñecar, la Herradura. Granada è tutto questo e molto di più.

Una cittadina di circa 200.000 anime, freddissima in inverno bollente in estate, stracolma di turisti che vengono da ogni parte del mondo a visitare l’Alhambra, ad assaggiare i boquerones, gli arroces, la birra gelata, i churros del pomeriggio e i gin tonic della notte.

Questa è la città che ospiterà gli azzurri il prossimo febbraio, una tifoseria calda, passionale, madridista fino a pochi anni fa,  quando col nuovo corso Granada è assurta a fasti calcistici a cui non è abituata. Una semifinale di Copa del Rey che ha infiammato le strade, i condomini della periferia e gli appartamenti del centro decorati dal bianco e dal rosso, il primo posto in classifica 12 mesi fa, la qualificazione in Europa League e il passaggio ai sedicesimi.

E poi il Napoli di Fabian Ruiz, il Napoli che fu di Albiol, di Reina, del “Granaino” Jose Callejon. Una città bellissima, che passa con estrema naturalezza dalla modernità del Nevada, centro commerciale tra i più grandi di Europa, alla tradizione delle processioni, dell’Albaycin, incantevole barrio arabo con le tradizionali case bianche e le stradine strette. Meravigliosi ristoranti panoramici che danno sull’Alhambra, il Mirador de San Nicolas dove l’Alhambra si sposa con la Sierra Nevada, l’imponente Cattedrale, e ovunque bar e caffetterie. Una città passionale, tierra llena de lindas mujeres, de sangre y de sol cantava Placido Domingo.

Los Carmenes è un piccolo impianto di 22.000 posti, nuovo e caldo. Non bisogna sottovalutare l’avversario, ma soprattutto, se il Covid lo permetterà, non bisogna sprecare l’opportunità di seguire gli azzurri in questa meravigliosa cittadina del Sud della Spagna.

Prima di andare allo stadio, una Alhambra Especial rigorosamente gelata, una tapita, e un tuffo nella Movida Andalusa. Non ve ne pentirete.

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