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Stasera l’Everton non aspetterà il City con Moshiri in diretta tv che pontifica sul rispetto delle regole?

Che cosa si sono persi gli inglesi: l’ebbrezza dei tre punti “on the table”, e il comizio del presidente dell’Everton con lo studio compiacente

Stasera l’Everton non aspetterà il City con Moshiri in diretta tv che pontifica sul rispetto delle regole?

Sarà la Brexit. Questi inglesi proprio non sanno come si sta al mondo del calcio. Fanno cose strane: guidano tenendo la sinistra e decidono di non giocare una partita con una delle due squadre che è un focolaio di una malattia mortale. Guardiola che chiama Ancelotti, e si mettono d’accordo prima ancora che la Premier possa opporre un regolamento Uefa, un protocollo, almeno un jolly… niente. Luddisti!

Stasera Goodison Park resterà vuoto e triste, coi covoni di paglia a rotolare a centrocampo. Nemmeno l’ebbrezza di vedere l’Everton fare capolino dal tunnel, con gli arbitri in grisaglia, tutti ad aspettare che da una saettella qualunque spunti il Manchester City. E il pubblico sugli spalti, accorso seppur poco numeroso a godersi la partita-fantasma con quei renitenti mollaccioni di Aguero e De Bruyne. Il brivido del 45′, quando il direttore di gara avrebbe fatto l’occhiolino a Sigurdsson ufficializzando la vittoria: “the three points are on the table, near the cat”.

Per non parlare del Living Room di Sky Sports, con l’equivalente british di Caressa a lasciare il microfono per un’oretta a Farhad Moshiri per una lectio magistralis sul rispetto cristallino delle regole, sull’integrità delle “bubble” di Liverpool. Mica come quei terruncielli di Manchester, incapaci di starsene nel loro Tier 3 o 4.

Guardiola aveva paura, lo sanno tutti. Ma lì oltremanica di Asl non ce n’è: hanno l’NHS. Per cui ha chiamato Ancelotti. Pep ha chiamato Carlo. Persone, non cavilli. Si sono parlati, niente Pec. Che disagio, quanta cafonaggine istituzionale.

E quello, Ancelotti, che fa? Risponde a Pep che va bene, mica si può giocare una partita così importante in queste condizioni… non sarebbe “sporty”. “Sportivo”, capite? Quanta supponenza con ‘sto fair play. Come se noi in Italia non sapessimo cosa è lo sport: ce lo vogliono insegnare a noi, che abbiamo il Protocollo e lo facciamo rispettare per almeno due gradi di giudizio su tre. 

Ancelotti, poi. Un italiano. Che ignominia. Avrebbe dovuto ergersi a paladino dell’equità, andare in tv e insegnare a quei bifolchi che avere cinque positivi al Covid non è mica un buon motivo per non giocare una partita di pallone, eh. E poi le altre squadre che hanno giocato in condizioni di inferiorità pur di rispettare il protocollo che fanno? Dobbiamo essere irreprensibili. Che occasione sprecata, che magra figura. Che vergogna con la Figc.

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