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Quando Venditti disse: «Il Paolo Rossi di “Giulio Cesare” era uno studente di sinistra ucciso nel 66»

Il giornalista Ugo Maria Tassinari ricorda l’intervista a Repubblica di Venditti: «Molti pensano al calciatore ma era uno studente morto in alcuni scontri. Un ragazzo come me»

Quando Venditti disse: «Il Paolo Rossi di “Giulio Cesare” era uno studente di sinistra ucciso nel 66»

Sulla sua pagina facebook e sul suo blog il giornalista Ugo Maria Tassinari – esperto di fascisteria – ricorda Paolo Rossi ma non il calciatore. Lo studente socialista ucciso nel 1966 in seguito a una caduta sulla scalinata della facoltà di Lettere, dovuta a un pugno in faccia. E ricorda che è lui il Paolo Rossi citato da Antonello Venditti nella canzone “Giulio Cesare”, nella celebre strofa “Paolo Rossi era un ragazzo come noi”.

Versione che Venditti confermò in una intervista a Repubblica:

Il calcio – dice Venditti – è parte importante per la società, però è vero, a volte le mie canzoni vanno oltre. Un esempio: in “Giulio Cesare” faccio riferimento a Paolo Rossi, ma non è l’eroe del Mundial di Spagna come in molti pensano e hanno pensato. Io ricordavo uno studente morto negli scontri tra studenti e polizia a Roma nel 1966. “Un ragazzo come me” appunto.

Oggi su facebook, Antonello Venditti lancia un video in cui è a un concerto con Paolo Rossi. Nel video non cita lo studente. Però poi nei commenti aggiunge:

la canzone parte anche dall’omonimia dello studente Rossi morto davanti a me nel 1966 che poi si trasforma in Paolo e poi in Totti come spiego proprio a Paolo sul palco in un susseguirsi di flashback fino ad oggi sul filo di una memoria collettiva e futura

Ugo Maria Tassinari, su www.ugomariatassinari.it, ricorda:

Il 26 aprile 1966 in occasione delle elezioni delle rappresentanze studentesche dell’università di Roma si verificò un’incursione a Lettere da parte di un gruppetto neofascista di cui facevano parte Stefano Delle Chiaie,  Serafino Di Luia, Flavio Campo, Saverio Ghiacci, Adriano Mulas-Palomba, Alberto Questa, Loris Facchinetti e Mario Merlino per un volantinaggio del Fuan Caravella. Ne risultarono scontri che si conclusero con la tragica caduta, e il giorno seguente la morte, dello studente di architettura e iscritto ai giovani socialisti, Paolo Rossi, che precipita dalla scalinata di Lettere per un cazzotto al volto.

Le associazioni studentesche organizzarono incontri e iniziative che culminarono, il 28 aprile, con l’occupazione di diverse Facoltà (Lettere, Legge, Scienze politiche, Fisica e il Biennio di Ingegneria). Nei giorni seguenti si susseguono ancora aggressioni fasciste ai danni di altri studenti che vengono feriti in modo grave, e viene infine condotto dai fascisti un altro massiccio assalto all’Università di Roma. A questo attacco gli studenti antifascisti rispondono con fermezza, cacciando i missini e provocando duri scontri con le forze dell’ordine. Una delle immagini di quei giorni ha avuto abbondante diffusione un mese fa, in occasione della morte di Flavio Campo, uno dei capi della “piazza nera”, l’unico sugli scalini, in atteggiamento di sfida verso i compagni. Alle sue spalle, di profilo, Stefano Delle Chiaie, anch’egli recentemente scomparso.

La vicenda di Paolo Rossi ispira Paolo Pietrangeli per “Contessa” e sarà citata da Antonello Venditti in “Giulio Cesare”: “Paolo Rossi era un ragazzo come noi”.

 

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