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Il Presidente del Frosinone paladino del protocollo: “Non abbiamo coinvolto l’Asl, noi rispettiamo le regole”

Il pareggio contro il Pordenone con soli 14 disponibili e 13 positivi al Covid è ora il simbolo della “resistenza” dei no-Asl: “Il calcio e la Figc hanno gli strumenti per evitare interferenze, basta volerlo”

Il Presidente del Frosinone paladino del protocollo: “Non abbiamo coinvolto l’Asl, noi rispettiamo le regole”
Il presidente Stirpe

Sulla scia di Andrea Agnelli, Maurizio Stirpe si erge a paladino del Protocollo: il pareggio del suo Frosinone ottenuto contro il Pordenone con soli quattordici giocatori a disposizione (di cui tre portieri) a causa della positività di 13 calciatori è diventato un simbolo del “rispetto delle regole”, almeno quelle sportive. E del ribaltamento della gerarchia delle fonti, con gli atti privati dello sport che valgono più della legge ordinaria dello Stato.

All’indomani del rinvio di Everton-Manchester City, caso che richiama molto da vicino Juventus-Napoli, il presidente del Frosinone parla al Corriere della Sera quasi da eroe della resistenza:

“Le regole prevedono che i positivi devono essere individuati a 48 ore dalla partita, noi ne abbiamo riscontrati molti il giorno prima quindi, anche avessimo voluto, non avremmo potuto rinviare il match con il Pordenone. Ma che senso ha? Il protocollo era stato preparato mesi fa, andrebbe aggiornato. Non abbiamo voluto coinvolgere la ASL perché siamo per il rispetto delle regole e ritengo che il calcio e la Figc abbiano gli strumenti per evitare interferenze, basta volerlo“.

Il Frosinone ha scelto di usare il jolly per la partita contro il Pisa di domani, poiché ancora in emergenza. Come da regolamento.

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