Al CorSport: «Se è vero che durante il lockdown alcuni calciatori non volevano tornare a giocare? C’erano esigenze e sentimenti diversi. Litigavano di più i club con i loro interessi di classifica»
Il Corriere dello Sport intervista Umberto Calcagno. È stato appena nominato presidente dell’Assocalciatori. La questione più urgente da affrontare, adesso, dice, è la riforma del calcio in direzione della sostenibilità.
«Le società non sono patrimonializzate, vivono costantemente in una situazione di instabilità economico-finanziaria. La priorità è gestire le risorse in ottica solidaristica, come la Premier League che sta parlando di redistribuire il 25% dei diritti televisivi verso il basso per aiutare le categorie inferiori. Affronteremo anche il tema della riforma dei campionati».
A Calcagno viene chiesto se è vero che durante il lockdown alcuni calciatori non volessero tornare a giocare. Risponde:
«C’erano esigenze e sentimenti diversi, com’è normale che sia. Fidatevi, sulla ripartenza litigavano di più i club con i loro interessi di classifica. Penso non si valorizzi mai abbastanza il ruolo svolto dai calciatori da marzo a oggi: disponibilità a parlare di tagli, tamponi, partite ravvicinate, condizioni climatiche proibitive, impegni internazionali in abbondanza. Gli atleti stanno dando prova di grandissima collaborazione».
Il neo-presidente Aic parla anche del taglio stipendi.
«E’ lo specchietto per le allodole. Uno slogan utile solo a riempire le pagine dei giornali, ma povero di contenuti. Se non creiamo gli strumenti per una nuova sostenibilità del sistema, tutto quello che faremo porterà a benefici di basso respiro. Ricordo che durante il primo lockdown tutti i calciatori hanno fatto la loro parte rinunciando a qualcosa».
Calcagno nega anche che ci fossero, prima di oggi, club che non stessero pagando gli stipendi.
«A me non risulta. Più della metà delle squadre di Serie A, Serie B e Serie C stanno pagando mese per mese i loro tesserati».
Ed aggiunge:
«Non ci sono segnali di società che non adempiranno ai loro obblighi contrattuali in massima serie».