A Repubblica: «A 19 anni regalai casa ai miei. Vivevano in affitto in 50 metri. Le lacrime di papà dal notaio sono il ricordo più bello che ho»

Serata di Inter-Real Madrid. Repubblica intervista Panucci primo italiano a giocare nel Real.
«E finora l’unico ad averci vinto la Champions. Ringrazio Fabio Capello che mi volle con sé».
Lasciò il Real Madrid per l’Inter.
«Mi chiamò Lippi, poi il rapporto fra noi si guastò. Nel 2006 ero al mio massimo, ma non mi convocò per il Mondiale. Acqua passata, non ho rimpianti nella mia carriera. Sono partito dal basso, ho lasciato casa a 15 anni. Non andavo più a scuola, vivevo in convitto e al pomeriggio facevo il benzinaio a Pegli, 50 mila lire alla settimana».
Oggi è ricco?
«Non ho sperperato. Ho seguito il motto che Ariedo Braida m’insegnò al Milan: arte e mattone. Nel tempo libero mi portava per mostre. Quanto ai soldi, mi consigliò di comprar case. Ho un figlio 19enne che vuol fare l’avvocato. Io alla sua età ero al Milan e regalai casa ai miei. Vivevano in affitto in 50 metri. Le lacrime di papà di fronte al notaio sono il ricordo più bello che ho».