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«Le code di auto fuori al Cotugno? Sono persone che non hanno bisogno di ricovero»

Il direttore della Pneumologia del Monaldi al Cormezz: «E’ terribile l’effetto mediatico. Chi guarda le scene in tv si fa prendere dal panico e si precipita in ospedale. Avverte sensazione di affanno ma è panico» 

«Le code di auto fuori al Cotugno? Sono persone che non hanno bisogno di ricovero»

Sul Corriere del Mezzogiorno l’intervista a Giuseppe Fiorentino, direttore della Pneumologia del Monaldi. Smorza i toni sulle code di autovetture ritratte all’esterno dell’ospedale Cotugno. Le definisce un effetto mediatico.

«E’ terribile l’effetto mediatico. E paradossalmente chi guarda in tv questa situazione si fa prendere ancor di più dal panico e si precipita in ospedale. Almeno 20 o anche 30 persone tra quelle che quotidianamente arrivano al pronto soccorso vengono rimandate a casa dopo essere state monitorate e visitate. Ciò significa che non necessitano di ricovero. Hanno dispnea e febbre ma sono quadri non ancora bisognevoli di ricovero. Diamo la terapia domiciliare».

Fiorentino continua:

«Quelle che in tv sembrano file interminabili sono in realtà file normali. Lo spazio davanti al pronto soccorso del Cotugno è stretto, le auto che vedete non sono tantissime. Ma comunque il triage viene fatto a tutti all’esterno e poi si fanno le valutazioni. Chi resta in attesa è perché non ha bisogno immediato di ricovero».

Sull’erogazione di ossigeno in auto:

«Tante volte il paziente che si precipita in ospedale ha sintomi lievi, a casa si sente abbandonato e soprattutto solo, ed è in preda al panico. Avverte la sensazione di affanno che è più una condizione mentale che fisica. Se l’assistenza territoriale funzionasse meglio, non avremmo questa affluenza. E ripeto, l’affluenza genera paura che si trasforma in panico».

Racconta la situazione nei reparti:

«I ventotto posti delle tre terapie intensive e i cinquanta delle sub intensive in questo momento sono occupati. Ma abbiamo comunque una o due postazioni in pronto soccorso dove sistemiamo i pazienti in attesa che si liberi un posto. É vero che i ricoveri sono tanti, per fortuna abbiamo anche tanti pazienti che possono andar via. Non soltanto i negativi, ma anche quelli ancora positivi che oggi rispetto a marzo possono essere trasferiti nella residenza Covid dell’ospedale del Mare o nelle cliniche private».

I ricoverati hanno tra i 60 e i 70 anni, ma ci sono delle eccezioni.

«Anche se nei giorni scorsi è arrivato un ragazzo del ‘90 e la sua situazione non è tranquilla».

 

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