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L’ammissione del Cts: “Non abbiamo fatto tutto quello che avremmo dovuto fare”

Sul Fatto le parole, amare, del presidente Miozzo: “Abbiamo avuto tanto tempo per prepararci adeguatamente e mi chiedo se il sistema abbia utilizzato il tempo disponibile” 

L’ammissione del Cts: “Non abbiamo fatto tutto quello che avremmo dovuto fare”

Sul Fatto Quotidiano le parole di Agostino Miozzo, presidente del Comitato Tecnico Scientifico. Parole amare, che certificano la consapevolezza di essersi lasciati troppo andare, di aver perso tempo, tempo di cui adesso, però, il virus viene a chiederci conto.

Ieri, ad un webinar dell’Università cattolica, parlando delle code ai drive-in per il tampone, Miozzo ha detto:

“Abbiamo avuto tanto tempo per prepararci adeguatamente e mi chiedo se il sistema abbia utilizzato il tempo disponibile: non abbiamo fatto tutto quello che avremmo dovuto fare”.

Le sue parole, scrive il quotidiano, hanno irritato il governo. Ma sono parole amare, una “sentenza clamorosa”.

Miozzo ce l’ha con le Regioni, che non hanno potenziato la sanità territoriale, i tamponi e il contact tracing, con il governo, con la Protezione civile e anche con il Cts.

“Perché, quando ha voluto, il Cts ha detto ad esempio al governo che sarebbe stato meglio occupare i mezzi di trasporto per il 50 e non per l’80 per cento. Dunque avrebbe potuto segnalare anche il problema della sorveglianza sanitaria e del contact tracing, vero fallimento di questi mesi”, come invece ha fatto, più di altri, il professor Andrea Crisanti di Padova, ignorato tanto dal governo quanto dai suoi colleghi Cts”.

 

 

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