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La Procura di Milano apre un’inchiesta sui vaccini antinfluenzali acquistati dalla Lombardia

Sul Messaggero. Dosi pagate a peso d’oro dopo diversi bandi falliti. Si indaga sul ritardo nelle procedure di acquisto, sulla scarsità di dosi, sull’esborso da parte della Regione e sul ruolo delle società fornitrici

La Procura di Milano apre un’inchiesta sui vaccini antinfluenzali acquistati dalla Lombardia

Sul Fatto di qualche giorno fa la notizia dell’acquisto, da parte della Regione Lombardia, di vaccini antinfluenzali a prezzi esorbitanti. Il Messaggero torna oggi sull’argomento scrivendo che adesso, sulla questione, la Procura di Milano intende aprire un’inchiesta.

la Procura di Milano vuole fare chiarezza sulle gare indette, sul numero di dosi e sui prezzi. Decisamente fuori mercato, considerato che il costo medio di una dose comprata è di 14 euro, più del doppio rispetto al Veneto e all’Emilia Romagna dove i prezzi vanno dai 5,22 euro ai 5,77 a dose, a seconda dei bandi”.

Al momento di tratta di un fascicolo “conoscitivo senza indagati né titolo di reato“. L’indagine è coordinata dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli che si occupa di illeciti contro la pubblica amministrazione e si concentra

sul ritardo nelle procedure di acquisto, sulla scarsità di vaccini antinfluenzali a disposizione e sull’esborso da parte della Regione. Ma anche sul ruolo delle società fornitrici, che potrebbero aver speculato in una situazione di emergenza. Il primo bando è del 26 febbraio, pochi giorni dopo il paziente uno di Codogno, l’ultimo risale al 7 settembre. In mezzo, una serie di gare deserte, prezzi ritoccati al rialzo e una campagna vaccinale alle porte in allarmante ritardo, con dotazioni insufficienti per le categorie a rischio”.

L’Aria spa, la centrale acquisti della Regione Lombardia, anche al centro dell’inchiesta sui camici in cui è indagato il governatore Attilio Fontana, non ha reperito dosi a sufficienza.

“E il milione e mezzo di vaccini che il Pirellone ha cercato di aggiudicarsi in extremis con pagamento anticipato non arriverà perché la gara non è stata aggiudicata. Nel documento del 30 settembre Aria scrive che «l’unica offerta pervenuta è risultata inappropriata in quanto rispetto alle prescrizioni del disciplinare non prevedeva un unico prezzo di offerta e contemplava consegne di fornitura in data successiva al 21 novembre 2020 posto come termine massimo di consegna», dunque in tempi non compatibili con la campagna antinfluenzale la cui partenza, su indicazioni del Ministero della Salute, avrebbe dovuto essere anticipata a inizio ottobre”.

L’unica azienda partecipante, cinese, è stata rifiutata. La gara saltata era stata indetta il 7 settembre, era la nona indetta da marzo, da Aria, per l’antinfluenzale. Tre non sono state aggiudicate, una è stata sospesa e un’altra è andata deserta.

 

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