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Gli ultras hanno un problema: stanno capendo che il calcio può fare a meno di loro

Ne scrive la Faz, e lo aveva fatto il Guardian due settimane fa: il business va avanti lo stesso, e i gruppi organizzati si ritraggono: “Torneremo solo quando sarà possibile farlo senza restrizioni”

Gli ultras hanno un problema: stanno capendo che il calcio può fare a meno di loro

Il calcio senza tifosi non è calcio. E’ diventato un mantra. Se non fosse che il calcio invece sta facendo a meno dei tifosi, e – retorica a parte – ha scoperto che va bene così.

E’ un fenomeno sempre più visibile. Ne scrive oggi la Faz, e l’aveva fatto un paio di settimane fa anche il Guardian. In Italia siamo ancora alla battaglia frontale per difendere i “mille” tentando il rilancio mentre tutt’attorno chiude tutto. E in verità anche in Inghilterra la gente si interroga sul perché è possibile (anzi, consigliato dal governo) guardare le partite al pub, al chiuso, ma non allo stadio. Un controsenso finito persino sul New York Times. E così in Germania, i gruppi organizzati si sono arroccati: torneremo quando sarà possibile farlo come prima, abbracciati, tutti assieme. Adesso no.

Il calcio in questi giorni sta dimostrando di poter fare a meno dei suoi tifosi – scrive la Faz – E che funziona ancora meglio senza di loro, senza violenza, senza fuochi pirotecnici proibiti, senza abusi. Ma non è così semplice. S’è perso il tifo colorato che aveva dei responsabili che gestivano bandiere e coreografie, canti, senso della comunità”.

Le partite giocate davanti a poche centinaia o migliaia di tifosi sugli spalti dimostrano che si può effettivamente fare senza violenza e senza insulti. Ma dimostrano anche che l’atmosfera “da stadio” può essere creata solo da una comunità che deve essere organizzata e orchestrata. Non bastano gli applausi ordinati dei pochi ammessi ai propri posti”.

Molti gruppi ultras storici del calcio tedesco si sono espressi contro un ritorno negli stadi. Rinunciano al supporto per le loro squadre: “Per noi, la curva è associata allo stare insieme, cantare e saltare insieme e muoversi liberamente. Per ragioni per noi del tutto comprensibili, al momento questo è fuori questione. Per ragioni che non possiamo capire, i tifosi ospiti sono completamente esclusi”, dice la uno dei capotifosi del Bayern Monaco. “Tornare di nuovo in gruppo allo stadio è concepibile per noi solo quando la curva sud si unirà di nuovo e sosterrà la squadra come al solito e qualcuno dalla parte opposta potrà cantare per l’avversario”.

I gruppi ultrà dello Stoccarda hanno rilasciato una dichiarazione congiunta: “Rifiutiamo una sorta di operazione di emergenza. Il tifo organizzato non esisterà nella situazione attuale“.

E il “Wuhlesyndikat” dell’Union Berlin dice: “Abbiamo passato molto tempo a pensare come dovremmo affrontare questa situazione, e alla fine abbiamo deciso: noi e gli altri i gruppi torneremo allo stadio solo quando le condizioni saranno normali e senza restrizioni”.

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