ilNapolista

La stampa celebra lo stile di Pirlo e si sfoga: ora scopriamo che Sarri si scaccolava e bestemmiava

I giornalisti devono aver sofferto molto lo scorso anno, costretti a ciaccare e medicare: ora possono scrivere che Pirlo non ciuccia mozziconi in tuta

La stampa celebra lo stile di Pirlo e si sfoga: ora scopriamo che Sarri si scaccolava e bestemmiava

Ma quanto devono aver sofferto per un anno intero a tenersi tutto dentro. A scrivere e cancellare, e riscrivere. Fin quando Sarri è stato l’allenatore della Juventus la stampa, tutta in generale, chi più chi meno, ha – come si dice da queste parti – “ciaccato e medicato”: quei suoi modi un po’ cafoni, la tuta invece dell’abito azzimato, la dipendenza da nicotina, le volgarità da “toscanaccio”… si leggeva in controluce che cozzavano con l’immagine sabauda della Juve e del suo famoso “stile”. C’era un fastidio di fondo che non poteva essere esplicitato. Si poteva suggerirlo, qua e là, ma senza mai affondare davvero. Poi è arrivato Pirlo.

E alla prima partita di Pirlo in panchina s’è risvegliato tutt’un mondo che non ne poteva più. Pirlo viene descritto per contrapposizione: la sua eleganza, il suo aplomb, la sobrietà dei modi, il distacco si riflettono sullo specchio del passato. Dai pezzi di colore del giorno dopo Sarri esce malissimo.

Sulla Gazzetta dello Sport campeggia a pagina 5 il titolone “E’ tornato lo stile Juve”. Sotto:

“Pirlo: aplomb e niente “copia&incolla”. Il tecnico in giacca e cravatta in panchina.

Nel pezzo si legge che “lo stile è impeccabile”. E che lui, con le “braccia conserte”, indossa “abito e
cravatta come era sempre stata prassi a queste latitudini prima che diventasse di gran moda la
polo blu di Maurizio Sarri”.

Anche il Corriere della Sera – stesso editore sempre molto attento al risvolto patinato – sottolinea che “pantaloncini e maglietta hanno lasciato spazio all’abito da sera, che ha già riaperto l’occhio alle tifose, sui social: «Vedo giaccia e cravatta in panchina e comunque vada mi commuovo». Segue hashtag #poloout, la tuta da lavoro che fu di Maurizio Sarri“.

Pirlo è “un leader silente, com’era da regista, sempre in piedi, ma composto: un Zidane con zazzera e barba”. Ben curata, però.

Su Il Giornale Tony Damascelli è molto più diretto: scrive che “Pirlo cancella in una sera sola mozziconi, tute, barbe incolte e bestemmie del suo predecessore”.

Maurizio Crosetti – che pure lo scorso anno in qualche occasione fu fin troppo sincero su Sarri – non si tiene e su Repubblica descrive un Pirlo “zen” che “porta la camicia bianca, giacca e cravatta”. Che “non mastica filtri ma chewing-gum, non si mette le dita nel naso”.

Di più: “Pirlo probabilmente della vita ha già capito tutto”, ed è talmente aristocratico che “quando c’è da dire qualcosa alla squadra, lo lascia fare al fidato vice Baronio”. Non si spreca, delega ai sottoposti.

Il nuovo elegantissimo tecnico bianconero è “quasi immobile nella sua area tecnica che è un’aiuola senza fiori”. Lo possiamo osservare “a braccia conserte”, o con le “braccia sui fianchi”, o al massimo con le “mani in tasca”.

Mica come quell’altro che c’era prima. Il quale, in tuta, masticava filtri e mozziconi mettendosi le dita nel naso, bestemmiava. Aveva la barba incolta, perfino.

 

ilnapolista © riproduzione riservata