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Galliani va alla guerra: «Pronto a portare in tribunale l’accordo tra Lega Serie A e private equity»

Intervista dell’ad del Monza a Milano Finanza: «In Serie A ci sono promozioni e retrocessioni, quest’accordo non ne tiene conto. Stanno vendendo una parte del patrimonio della Lega»

Adriano Galliani è pronto alla guerra. L’amministratore delegato del Monza appena promosso in Serie B, concede un’intervista a Milano Finanza in cui attacca la decisione presa l’altro giorno all’unanimità dalla Lega Serie A e che prevede l’ingresso dei private equity nella media company che gestirà i diritti televisivi.

Galliani sostiene che la Lega Serie A non è una lega chiusa come l’Nba ma che cambia società ogni anno a causa di promozioni e retrocessioni e secondo lui quest’accordo non tiene conto di questo. Al suo fianco, scrive Milano Finanza, potrebbe schierarsi la Lega Serie B.

La Serie A è una lega aperta, ma in questo affare si sta comportando come fosse una lega chiusa all’americana. La media company è al 100% di proprietà della Lega e i club della stagione sportiva 2020/2021 sembrano invece convinti che sia cosa loro. Si sbagliano: non possono cedere una quota di una società che ogni anno, per il meccanismo delle promozioni e retrocessioni, cambia il 15% dei soci e spartire il prezzo fra i club che quest’anno si trovano per caso a militare in Serie A. Chi disputa il campionato 2020/2021 incasserebbe soldi dai fondi, benché la vendita riguardi i diritti solo a partire dalla stagione 2021/2022, quando tre firmatari dell’accordo saranno retrocessi e ci saranno tre nuove società nella massima serie. È come se i club dell’attuale Serie A vendessero il 10% di via Rosellini (il palazzo sede della Lega a Roma, ndr), intascandone il ricavato.

Il paragone con la Formula 1 non regge affatto perché nelle corse non ci sono promozioni e retrocessioni di team. La Serie A non è un circuito chiuso invece; mi stupisce che i vertici di Lega e i club non vogliano cogliere questa cruciale differenza. In base al progetto attuale le società che giocano quest’anno in Serie A si porterebbero a casa non solo i soldi dei diritti televisivi del 2020/2021 già assegnati a Sky, Dazn e altri, ma anche una porzione rilevante del prezzo per la vendita dell’equity che hanno venduto. Pensano di aver vinto alla lotteria, ma è una follia che verrà bloccata in ogni sede.

Milano Finanza chiede: che cosa dovrebbe fare allora la Lega con l’incasso dell’eventuale vendita del 10% della media company?

Nel caso, la Lega deve tenersi in pancia i proventi della cessione dell’equity ai fondi, non può certo distribuirli fra i club come fa anno per anno con i proventi dei diritti televisivi. Sono due cose diverse e sono sorpreso che la Lega non lo capisca. Cedendo la quota della media company si sta vendendo una parte del patrimonio della Lega: quei soldi devono servire per lo sviluppo del marchio, per aprire nuove sedi o per altre iniziative comuni a beneficio di tutti coloro che giocheranno in Serie A per l’eternità.

È arrivato il momento di farsi sentire. Se si muove la Lega Serie B, benissimo, altrimenti il Monza è pronto a muoversi da solo per impedire questa follia della spartizione dei soldi fra i club dell’attuale Serie A. Non c’è un avvocato né un tribunale al mondo che possa dar loro ragione. Mi auguro di non dover arrivare alle vie legali, ma se sarà necessario sono pronto ad andare fino in fondo.

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