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Senza rigori, in campionato Insigne ha segnato un gol ogni mille minuti giocati

Su azione ha segnato meno di Manolas. La miglior media minuti / gol è di Milik. Mertens ha segnato gol pesanti. Su Lozano e Llorente le cifre dicono altro rispetto allo storytelling

Senza rigori, in campionato Insigne ha segnato un gol ogni mille minuti giocati
Napoli's striker from Italy Lorenzo Insigne (R) controls the ball next to Frosinone's Italian defender Lorenzo Ariaudo during the Italian Serie A football match SSC Napoli vs Frosinone Calcio at the San Paolo Stadium.

Ha fatto meglio Manolas

Tremila minuti giocati quest’anno in Serie A (3.011 per la precisione), tre gol su azione. Per Lorenzo Insigne una media di mille minuti a gol. Lontano, decisamente lontano da Manolas che in 2.331 minuti ha segnato 4 volte, con una media di un gol ogni 582 minuti. Nella media minuti giocati / gol segnati su azione, Manolas (difensore centrale) va al doppio della velocità del capitano che di mestiere gioca in avanti ed è il terzo calciatore del Napoli con più minuti giocati: preceduto da Di Lorenzo e Zielinski.

In campionato le reti di Insigne su azione possiamo anche elencarle: il colpo di testa su azione flipper a Firenze, giornata d’esordio. La rete alla Juventus, al ritorno, da attaccante d’area. E il tiro a giro contro la Roma. Stop. Il resto, le altre cinque reti, tutte su rigore. Poi, per completezza d’informazione, ci sono altri tre rigori: due contro il Perugia in Coppa Italia e uno a Barcellona, e i gol su azione a Salisburgo e in casa in Coppa Italia contro la Lazio. Complessivamente tredici. La sua media gol in campionato, rigori compresi, è di una rete ogni 376 minuti: dietro Milik, Llorente, Mertens e Lozano. Davanti solo a Politano e Callejon.  

Solo 79 reti in stagione

Sono giorni di bilancio e in particolar modo dell’asfittico attacco del Napoli. Mai così male negli ultimi dieci anni: 79 reti, lo scorso anno furono 92, la seconda stagione 115. In questa stagione la media gol è la stessa, sia con Ancelotti sia con Gattuso: 1,6 reti. Lo scriviamo perché ogni volta che si affronta un bilancio stagionale, tutti gli elementi negativi vengono messi in carico all’allenatore di Reggiolo.

Vale la pena ricordare che nella graduatoria dei tiri, il Napoli è al secondo posto in campionato con 514 tiri (prima è l’Atalanta con 534): 276 nello specchio, 238 fuori. È primo nella graduatoria dei legni: 24. Ed è penultimo in quella delle parate: 101, l’Inter è prima con 89. Quindi indubitabilmente il Napoli è una squadra con un gioco propositivo, che tira tanto e subisce pochissimo. Eppure ha l’ottavo attacco del campionato.

Quel che colpisce, non può non colpire, è lo scarsissimo contributo di Insigne. Che ha l’attenuante di aver colpito sei tra pali e traverse: è in testa alla speciale classifica a pari merito con Belotti e Cristiano Ronaldo, con un legno di vantaggio su Milik e Mertens. Ma – sempre stando ai dati della Lega Serie A – è anche il calciatore del Napoli che ha avuto più occasioni da gol: 56, contro le 35 dei Milik e le 32 di Mertens.

Ed è anche il calciatore del Napoli che in campionato più ha tirato in porta: ha tirato 93 volte (ricordiamolo, producendo tre gol su azione): 60 volte nello specchio della porta, 33 volte fuori. I tiri di Mertens sono stati 57, quelli di Milik 51. Insigne è il terzo calciatore della Serie A nella classifica di tiri in porta: davanti a lui Cristiano Ronaldo con 138 e Ciro Immobile 119. Con la differenza che Immobile ha segnato 36 gol (sia pure con 14 rigori, ma ne ha fatti 22 su azione) e Ronaldo 31 con 12 rigori: ossia 19 gol su azione. Ricapitolando: Immobile 22 gol su azione, Ronaldo 19, Insigne 3. E Lorenzo ha colpito gli stessi pali di Ronaldo e due in più di Immobile.

I numeri

Prima di approfondire il tema, soffermiamoci un attimo sui numeri della Serie A di quest’anno.

Lorenzo Insigne: 3011 minuti giocati, 8 gol (5 rigori): 1 gol ogni 376 minuti. Senza rigori, 1 gol ogni 1.003 minuti
In Champions ha giocato 351 minuti e ha segnato 2 gol (1 su rigore).
In Coppa Italia ha giocato 341 minuti e ha segnato 3 gol (2 su rigore, al Perugia).

Dries Mertens: 1837 minuti, 9 gol tutti su azione: 1 gol ogni 204 minuti.
In Champions 586 minuti e 6 gol (2 su rigore): una media di un gol ogni 98 minuti. Ha segnato due gol al Liverpool e uno al Barcellona.
In Coppa italia 214 minuti, 1 gol.

Arkadiusz Milik: 1867 minuti, 11 gol (0 rigori): 1 gol ogni 170 minuti (la miglior media del Napoli in Serie A).
In Champions 214 minuti, 3 gol (tutti al Genk, uno su rigore).
Coppa italia 146 minuti 0 gol

Hirving Lozano: in campionato 1118 giocati e 4 gol: una media di un gol ogni 280 minuti. Ha tirato in porta 27 volte: meno di un terzo rispetto a Insigne e ha segnato più gol su azione del capitano.
In Champions, 414 minuti giocati e 1 gol (al Salisburgo): una media scarsa
In Coppa Italia, 75 minuti e 0 gol.

José Callejon: 2324 minuti giocati e 4 gol: media di un gol ogni 581 minuti.
In Champions, 573 minutti, 0 gol.
Coppa italia 252 minuti, 0 gol.

Matteo Politano: 809 minuti giocati e 2 gol: media di un gol ogni 404 minuti. 
In Champions 98 minuti giocati, 0 gol.
Coppa Italia: 101 minuti, 0 gol.

Fernando Llorente: 570 minuti giocati, 3 gol: media di un gol ogni 190 minuti. La seconda miglior media (in Serie A), dopo Milik.
Champions: 86 minuti, 1 gol
Coppa Italia: 90 minuti, 0 gol

Abbandonando i numeri – ma senza perderli mai d’occhio – si torna alla domanda che già afflisse Ancelotti nella sua prima stagione. Può il Napoli consentirsi di avere di portare così tante volte al tiro un attaccante che ha una così deficitaria capacità realizzativa? Ancelotti pensò di risolvere il problema spostando Insigne in area ma l’esperimento riuscì – e anche bene – solo nei primi mesi. Poi, tornò la nostalgia della mattonella.

Certo Insigne è secondo nella classifica di passaggi chiave: 34, dietro Luis Alberto che ne ha 42. Ma i passaggi chiave non sono gli assist: in questa speciale graduatoria, Insigne è nel gruppone con 6 (pari merito con Mertens e Fabian, un gradino sotto Callejon che ne ha 7). Il leader è Luis Alberto con 15, seguito dal Papu con 14.

Il problema è che Insigne tira troppo. E non segna. Lozano, il tanto vituperato Lozano, in Serie A senza rigori ha una media gol/minuti migliore di Insigne con i rigori. Ha una media più efficace anche di Callejon e – va da sé – di Politano.

Colpisce un altro dato. Che il migliore nel rapporto minuti/gol è Arkadiusz Milik. Il polacco è stato messo sul mercato. La piazza non lo tollera, non lo ha quasi mai tollerato tranne proprio il primo anno quando ci fu l’esplosione con tre doppiette nel giro di venti giorni (a Milan, Dinamo Kiev e Bologna), prima dell’infortunio. Milik va in gol a una frequenza più alta di Mertens: sia in campionato, sia in campionato più Champions. Anche se in questo caso la media ricorda il pensiero di Trilussa sul pollo. Perché quest’anno Mertens in Champions ha realizzato gol pesantissimi: il primo al Liverpool, sia pure su rigore, quello bellissimo a Anfield Road al ritorno, la doppietta a Salisburgo e la perla al Barcellona. Sono imparagonabili alla tripletta di Milik al Genk, senza dimenticare che all’andata il polacco si divorò due gol davanti alla porta con due colpi di testa che più elementari non si può.

Che fare?, direbbe Lenin. Il Napoli ha pensato di agire così. Ha messo sul mercato Milik. Ha salutato Callejon. Ha rinnovato il contratto a Mertens – 33 anni – a una cifra sontuosa considerando l’età del belga che però ha battuto il record di reti della storia del Napoli e ha segnato – come detto – molti dei gol più importanti della stagione. Non ha ancora deciso che cosa fare con Lozano. E ha messo Lorenzo Insigne al centro del progetto, almeno così pare.

L’unica novità, al momento, è Osimhen che alla sua prima stagione nel Lille ha segnato 13 gol (due rigori) piazzandosi quarto nella classifica marcatori. È lui il grande investimento tecnico del Napoli che ha speso 47,5 milioni (il resto sono plusvalenze o comunque maquillage contabile).

I dati relativi al campionato sono della Lega Serie A, quelli di Champions e Coppa Italia sono di Transfermarkt (che però non conteggia i minuti di recupero). 

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