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Garcia porta la chiesa al centro dell’Europa. Guardiola gioca a fare l’alchimista e perde

Il Lione batte il City 3-1 e va in semifinale (sbagliato fermare il campionato in Francia?). Pep stravolge il City, butta un tempo e sull’1-1 prende gol con la difesa altissima

Garcia porta la chiesa al centro dell’Europa. Guardiola gioca a fare l’alchimista e perde

L’immagine della serata sono gli occhi sbarrati di Pep Guardiola che si abbatte in panchina, sorseggia l’acqua minerale mentre il Lione ha appena segnato il gol del 3-1. Sessanta secondi prima, Sterling si era divorato una rete a porta spalancata.

Rudi Garcia porta la chiesa al centro dell’Europa. Il suo Lione, dopo la Juventus, elimina anche il Manchester City di Pep. Senza rubare nulla. Ovviamente ha giocato una partita difensiva: impossibile fare altrimenti con una squadra nettamente più debole. Vince 3-1. Perde la partita del possesso palla (28%) ma se ne farà una ragione: è in semifinale di Champions League. Con tanti saluti a quelli che in Italia sbeffeggiavano lo sport francese per aver fermato il campionato. Adesso i francesi si ritrovano due club in semifinale di Champions, le altre due sono tedesche. Il derby incrociato sarà Psg-Lipsia e Bayern-Lione.

Guardiola e il suo City dovranno riflettere a lungo. Sì il City ha fatto la partita, ma ha buttato i primi 45 minuti con una disposizione tattica incomprensibile. A volte sembra che gli allenatori cerchino chissà cosa, come se volessero dimostrare di essere in gradi di plasmare la materia sempre e comunque. Stregoni in grado di trasformare il piombo in oro: alchimisti. Ma la semplicità non è il male. Garcia ha giocato un calcio semplice, efficace, funzionale. E ha vinto. E la squadra di Garcia non ha mai rinunciato a ripartire dopo aver giocato una splendida partita difensiva in cui ha è stato bravissimo a togliere gli spazi al City. Ha annullato De Bruyne nel primo tempo marcandolo a uomo (anatema!), ha sofferto solo con Sterling.

Il City ha riagguantato la partita al 69esimo con De Bruyne. Prima, però, non è che avesse avuto tutte queste occasioni. Dopodiché, però, sull’1-1 hanno subito gol con la difesa altissima, praticamente a centrocampo. Se ti ostini a giocare così, perdi. Non è la maledizione della Champions. È anche una forma di ostinazione. Guardiola è un grandissimo del calcio, ma è come se avesse un tormento che lo spinge a sperimentare continuamente.

Guardiola è ancora una volta fuori dalla Champions. E chissà che la sua avventura al City non sia terminata questa sera.

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