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C’era una volta Koulibaly che valeva 90 milioni

Ha 29 anni e ha appena concluso una stagione disastrosa. Il prezzo è decisamente fuori mercato. Il City ha acquistato un altro difensore. O Adl abbassa le pretese, o Kalidou resta a Napoli

C’era una volta Koulibaly che valeva 90 milioni

Per i tifosi del Napoli potrebbe essere una buona notizia. Alle condizioni poste da Aurelio De Laurentiis, e con le prestazione fornite quest’anno, il Napoli non venderà mai Kalidou Koulibaly. I 90 milioni reclamati dal club sono una cifra iperbolica per il difensore senegalese che a Barcellona ha chiuso in maniera coerente il suo annus horribilis. L’ingenuità in area, nella masochistica costruzione da dietro, con Messi che mette il piedino avanti e conquista un ineccepibile rigore, è la foto della stagione cominciata con quell’incredibile autogol allo Stadium dopo la rimonta da 3-0 a 3-3 in casa della Juventus. Fu un segnale che all’epoca nessuno colse.

De Laurentiis ha i suoi pregi ma la duttilità non rientra tra questi. I suoi tempi di reazione di fronte agli imprevisti lasciano a desiderare. Decisamente lontani da quelli del centometrista tedesco Armin Hari, per capirci. De Laurentiis è molto più sensibile di quanto voglia far credere, ai moti della piazza. Vende con molta parsimonia, troppa. Ha dimostrato – e potrà ancora dimostrarlo – di essere molto legato alla stagione sarrita. Si è trascinato Koulibaly con la certezza che avrebbe potuto venderlo in ogni momento e a qualsiasi prezzo. Sbagliava.

Adesso la situazione è più complicata. Il Napoli ha provato a giocare al rialzo col Manchester City che ha reagito con l’acquisto di un altro difensore centrale: il 25enne Aké, olandese del Bournemouth, per 40 milioni.

Novanta milioni di euro è una cifra fuori mercato. Ovviamente parliamo di novanta milioni reali. Non come gli ottanta per Osimhen che in realtà sono poco più di quarantacinque. Koulibaly ha appena compiuto 29 anni. Quest’anno ha offerto prestazioni disastrose sia in Italia sia in Europa. Resta memorabile la sua partita al San Paolo contro il Liverpool, così come quella al ritorno. Ma si ricorda anche l’incredibile rigore provocato in scivolata a Napoli contro il Salisburgo. Fino a ieri sera. Eppure la scorsa stagione, al San Paolo, quella scivolata su Mbappé con arpionamento del pallone divenne lo spot per questo difensore che in Europa sembrava secondo solamente a Van Dijk.

In campionato la sequenza di errori è insolita per uno come lui: il gol di Nandez che valse la vittoria del Cagliari a Fuorigrotta, fu frutto di un suo errore in uscita e di un rientro lentissimo; all’andata sbagliò l’uscita anche contro l’Atalanta, in occasione del primo pareggio della squadra di Gasperini; con Gattuso pronti via si fece male dopo un macroscopico errore contro il Parma: un liscio da Maidiregol e il conseguente infortunio al bicipite femorale. Rientrò contro il Lecce: fu un pomeriggio da incubo con la vittoria dei salentini al San Paolo per 3-2 (doppietta di Lapadula: la frase “doppietta di Lapadula” va scandita come Adolfo Celi scandì in “Febbre da cavallo” l’1 14 e 4 di Marco Polo a Tor di Valle sui duemila metri).

Seguirono altre tre giornate di stop per problemi alla coscia. Nel post Covid, da segnalare l’ingenuità su Kulusevski a Parma per un rigore comunque dubbio. E poi la serata disastrosa del Camp Nou. Siamo lontani dallo standard di un calciatore che può valere 90 milioni.

A questo punto il Napoli ha solo due strade: o abbassa il prezzo del cartellino del senegalese, come ha suggerito l’entourage del calciatore, oppure decide di tenerlo in rosa. Che a questo punto resta un’ipotesi discretamente probabile.

 

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