ilNapolista

«Nessuno ricorda i 40 disgraziati morti di Acqualonga, ricordano tutti l’imponenza del Morandi»

Il Fatto intervista il pm del processo di Avellino. «I chiodi del guardrail erano arrugginiti. La sciagura era evitabile. Nessuno ha controllato gli altri guardrail. Le famiglie meritavano attenzione più degna da parte dello Stato»

«Nessuno ricorda i 40 disgraziati morti di Acqualonga, ricordano tutti l’imponenza del Morandi»

Il Fatto Quotidiano intervista Rosario Cantelmo. Era a capo della Procura della Repubblica di Avellino al tempo della tragedia di Acqualonga. La sera del 28 luglio 2013 il guardrail del viadotto saltò uccidendo 40 persone che viaggiavano a bordo di un autobus. Guidò lui l’accusa, nel processo che adesso è arrivato all’Appello.

«Accertammo che i chiodi che bloccavano le barriere laterali erano completamente corrosi dalla ruggine. Quella sciagura era evitabile. Le responsabilità precise. I chiodi arrugginiti. Nulla di improponibile alla tecnica e, penso, neanche di eccessivamente costoso. Disattenzione, colpevole negligenza, totale disprezzo dei doveri».

Eppure, la tragedia di Acqualonga non è servita a rendere le strade più sicure, perché dopo c’è stato il Ponte Morandi e altre 43 vittime. Cantelmo dice che le vittime del viadotto di Avellino non hanno ricevuto l’attenzione che avrebbero meritato.

«Io sono un magistrato che ha appena raggiunto la pensione. Del tema sociologico poco ho da dire. Però i quaranta disgraziati che il bus senza freni lanciò nel burrone, e le famiglie nel dramma, dovevano avere da parte dello Stato una attenzione più ferma. E più degna».

L’allora amministratore delegato di Autostrade, Castellucci, è stato assolto nel processo per il viadotto di Acqualonga.

«Assolto. Sono stati invece condannati per disastro colposo e lesioni colpose tre direttori di tronco. Non siamo riusciti a salire troppo in alto. Ha pagato la fascia media della gerarchia e della burocrazia autostradale insieme naturalmente al proprietario del bus e il funzionario della Motorizzazione civile che asseverò il falso».

Nelle settimane successive furono controllati i bus turistici, per valutarne le condizioni. Ma nulla fu fatto su strade, autostrade e guardrail.

«E invece le strade? E invece le autostrade? E invece gli altri chiodi degli altri guardrail? I mille viadotti della nostra penisola com’erano? Quella sciagura cosa ci diceva? Io chiedo: è normale che il guardrail di Acqualonga fosse in quelle condizioni? E se non lo era, c’è stata poi una corsa a una verifica di tutti gli altri?».

Tra poche settimane, il 3 agosto, il nuovo ponte Morandi sarà inaugurato. Cantelmo dichiara:

«Ne siamo tutti felici. Ma la mia speranza è che l’Italia non ripercorra domani quello che io ho vissuto negli anni del processo di primo grado che si è concluso a gennaio 2019. Una continua negligenza ai doveri minimi, una irresponsabilità di fondo: un bus in disarmo e un guardrail senza chiodi. Nessuno ricorda la miseria della ferraglia arrugginita di Acqualonga, tutti l’imponenza del ponte Morandi, quel boato misterioso, l’urlo della signora che filma il momento clou».

ilnapolista © riproduzione riservata