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Diritti tv, De Laurentiis mostra alla Serie A quanto converrebbe mettersi in proprio

Seconda riunione con i club. Né canale tv della Lega né esclusive. La Lega crea il prodotto e lo vende attraverso più distributori. La Nielsen: nel mondo 144 milioni di persone molto interessate

Diritti tv, De Laurentiis mostra alla Serie A quanto converrebbe mettersi in proprio

Il mondo dei diritti tv sta vivendo una fase di profonda trasformazione. È di oggi la notizia che nel Regno Unito stanno pensando di trasmettere alcune partite in chiaro, sia per sfruttarne l’effetto traino sia – soprattutto – per motivi pubblicitari.

In Italia il dibattito è di natura diversa. E in prima fila c’è Aurelio De Laurentiis. Che ha capito prima degli altri sia il momento di trasformazione sia le potenzialità economico-finanzarie della Serie A.

Per la seconda volta il presidente del Napoli ha riunito i presidenti dei club di Serie A e oggi erano 15 i club presenti. Assenti la Juventus, il Bologna, il Lecce, il Brescia (entrambi con un piedi in B) e l’Atalanta (Percassi ha perso l’aereo). Molto vivo l’interesse dei club, per l’Inter ad esempio erano presenti sia Marotta sia Antonello.

La Serie A è arrivata a un bivio. La fase delle esclusive è ormai tramontata. La legge prevede sì un bando per la prossima distribuzione dei diritti tv ma il bando potrebbe andare deserto. Sky, come scritto nei giorni scorsi dal Fatto quotidiano, potrebbe non avere più la voglia e la forza economica di presentare offerte vicine al miliardo di euro.

Il vecchio sistema sembra non reggere più. Lo ha capito anche il presidente della Lega Dal Pino che ha prospettato la possibilità di affidare l’organizzazione e la produzione televisiva della Serie A a fondi internazionali che in settimana faranno la loro offerta.

De Laurentiis, invece, si batte affinché il prodotto venga organizzato dalla stessa Serie A. Vuole che siano i venti club a dar vita alla media company. Non attraverso un canale della Lega. De Laurentiis non vuole un canale della Lega. Vuole che siano i club di Serie A organizzare la produzione televisiva e a rivenderla a coloro i quali vorranno acquistare il pacchetto: che siano Sky, Amazon, Netflix, Tim, Vodafone. Senza alcuna esclusiva, un concetto che viene ritenuto superato, e senza anticipo di nulla. Oggi gli abbonati di Sky per il calcio sono circa tre milioni. L’obiettivo è ampliare il numero dei fruitori, visto che gli appassionati sono tra i 20 e 25 milioni.

Si tratta di un pacchetto che al momento – ma la cifra è ipotetica – potrebbe essere venduto a 36 euro al mese per tutte le partite. E ciascun broadcaster terrebbe per sé il 10% della cifra incassata dagli abbonamenti che riesce a sottoscrivere. Il restante 90% entrerebbe nelle casse della Lega. Si potrebbe pensare anche alla vendita di singole partite, non si è entrati nello specifico.

Del resto tra i presidenti della Serie A le competenze non mancano: da Cairo a Scaroni, allo stesso De Laurentiis, senza dimenticare Suning, Commisso, lo stesso Percassi.

Non ci sarebbe più alcuna dipendenza dai broadcaster che, come scritto, non dovrebbero nemmeno anticipare nulla.

Il calcio si metterebbe sul mercato, senza più la vendita dei diritti tv. La vendita sarebbe aperta a tutti, attraverso diversi distributori.

Un prodotto, la Serie A, che non sarebbe venduto solo in Italia, ovviamente. Anche oggi i diritti tv sono venduti sia per l’Italia che per l’estero.

E alla riunione di oggi De Laurentiis ha invitato la Nielsen che ha presentato uno studio sulla capacità attrattiva del prodotto Serie A. Dallo studio emerge che nel mondo ci sono 144 milioni di persone molto interessate al calcio italiano. Un dato in linea con la Bundesliga (sono 146) e inferiore a Liga (195) e Premier League (263). È un dato alto e significati. I 144 milioni molto interessati al calcio italiano sono così suddivisi: 46 milioni in Asia, 39 in Sudamerica, 35 in Europa, 13 in Africa e 11 Nord America.

Oggi la Serie A incassa appena 300 milioni per i diritti internazionali. Con la vendita “diretta”, attraverso i distributori, la cifra potrebbe sensibilmente aumentare se solo pensiamo al coinvolgimento del 10% dei 144 milioni di persone molto interessate.

La fase divulgativa, se vogliamo così definirla, è quasi terminata. In settimana arriveranno le offerte dei fondi di investimento che vorranno creare la media company per la vendita dei diritti tv. In questo caso, la quota riservata alla Lega sarebbe fissa.

Il modello De Laurentiis è più vicino a quello cinematografico. Il film da vendere e distribuire è il campionato di Serie A. E vorrebbe che a venderlo fosse la stessa Serie A. Che così potrebbe decisamente ampliare i propri introiti.

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