Damascelli: Conte si dia una calmata. L’inter bistrattata è un’immagine a cui non crede nessuno

Sul Giornale scrive che è bastata una vittoria, al tecnico, per cambiare volto e tornare ad essere l'attore furbastro che piange e colpisce. Eppure, dopo il ko con il Bologna, si lasciò andare ad un "volgare passaggio" contro l'Inter

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(foto Hermann)

Sul Giornale, Tony Damascelli scrive di Antonio Conte. Al quale, dice, è bastata una vittoria per tornare a sognare lo scudetto e tornare ad essere il Conte dei suoi giorni migliori. Ieri, nella conferenza stampa di presentazione della partita contro la Roma, ha dichiarato che la squadra

«nell’ultimo periodo, a sorpresa, è stata bistrattata troppo».

Damascelli scrive:

“Preso dall’euforia, l’allenatore salentino deve aver smarrito per un attimo la memoria”.

Perché l’8 luglio, dopo la sconfitta con il Bologna, dichiarò testualmente:

«Siamo molto più in basso di quanto pensavamo…, ho preso un pacchetto preconfezionato, con tante situazioni da migliorare. È giusto metterci tutti in discussione, io per primo… da qui alla fine dovremo dimostrare tutti di meritare l’Inter, altrimenti è giusto prendere anche altre decisioni. Alle grandi squadre certe cose non accadono, noi non siamo una grande squadra e dobbiamo diventarlo».

O ha pronunciato davvero queste parole oppure

“c’è un Conte Antonio sosia, protagonista di Tale e Quale con Carlo Conti”.

Ora Conte torna ad essere

l’attore furbastro, che piange e, insieme, colpisce (ho edulcorato la frase vernacolare napoletana), pensando così di portarsi appresso i favori dello spogliatoio e del popolo dei tifosi, perché l’Inter bistrattata è una immagine alla quale non crede proprio nessuno, soprattutto ripensando a momenti e periodi nei quali la stessa squadra fu veramente umiliata e costretta a rosicare, ricordando le parole dello stesso Conte che giocava altrove”.

Stasera l’Inter avrà la possibilità di mettere ansia alla Juve vincendo a Roma. Ecco perché, conclude Damascelli, l’allenatore nerazzurro scalda il gruppo

“dopo averlo raffreddato con quel volgare passaggio sul pacchetto preconfezionato di cui, un giorno o l’altro, qualcuno gli chiederà il conto. Conte non ha bisogno di conferme, nessuno, se non in malafede o ignoranza del football, ne discute le qualità professionali ma si dia una calmata definitiva, non pensi a essere vittima martire bistrattato ma cerchi lui di “bistrare” il suo pensiero e il suo linguaggio“.

 

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