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Meret, l’uomo del destino nella Coppa Italia del Napoli

Ha giocato grazie alla squalifica di Ospina, è stato tra i migliori in campo e ha parato il primo rigore a Dybala. Un messaggio per il futuro a Gattuso e Mancini

Meret, l’uomo del destino nella Coppa Italia del Napoli
during the Italian Serie A football match SSC Napoli vs Fc Juventus. Hermann

Senza quel giallo ad Ospina, probabilmente non sarebbe mai entrato in campo. L’avrebbe guardata dalla panchina, con lo sguardo assorto, perso tra la tensione per ciò che si svolge in campo e i pensieri di un futuro a Napoli da precario. Invece, nonostante le avversità, il lieto fine è arrivato. Gli occhi lucidi, mentre alza la coppa su cui c’è il segno dei suoi guanti, esprimono un senso di liberazione meglio di tante parole. Come quando si lascia andare ad un abbraccio con Nista, il preparatore dei portieri, e Karnezis che invece lo ha accompagna quotidianamente negli allenamenti.

Alex Meret non si è semplicemente fatto trovare pronto ma è diventato il vero protagonista della serata, perché a volte dove non arrivano gli uomini ci pensa il destino. È stato preciso negli interventi e nelle uscite – da ricordare quella bassa su Ronaldo nel primo tempo – e soprattutto nel gioco con i piedi, proprio quel fondamentale per cui Gattuso gli ha preferito il colombiano negli ultimi mesi. Ha saputo gestire la palla, senza rifiutare il lancio lungo sulla pressione avversaria, e ha dato sicurezza a tutta la squadra, confermandosi un portiere di spessore tra i pali. Il tutto davanti al suo idolo Buffon che si è esaltato: se la Juventus infatti ha potuto giocarsi il tutto per tutto ai rigori, è soltanto grazie ad un paio di suoi interventi decisivi.

Non è stata una serata molto intensa in termini di episodi, anche se il pericolo maggiore arriva in apertura di partita. Già dopo cinque minuti, infatti, Cristiano Ronaldo gli testa i riflessi con una conclusione dal limite su cui Meret si distende e respinge. Meno impegnativo, invece, il tiro di Bentancur al 20’. All’ora di gioco, Bonucci ci tenta da lontano ma al portiere del Napoli basta chinarsi e bloccare. Poi ordinaria amministrazione, fino ai calci di rigore dove ha subito messo la serie in discesa. Plastico il tuffo alla sua sinistra per neutralizzare il mancino di Dybala dal dischetto. Un déjà-vu per l’argentino che già nella Supercoppa Italiana del 2014 sbagliò un rigore nella serie finale; in quell’occasione fu Rafael a pararglielo e il risultato fu ancora una volta la vittoria del Napoli.

La coppa, le parate, una gioia immensa. Una serata da ricordare, dunque, con l’augurio che resti impressa anche nella mente di Roberto Mancini che era presente all’Olimpico in tribuna. Ad ottobre Meret aveva esordito in Nazionale, la continuità nell’impiego e nelle prestazioni lo stava mandando al ballottaggio con Donnarumma per la maglia da titolare in vista degli Europei. Ma se da un lato l’arrivo di Gattuso l’ha relegato in panchina, complici anche alcuni problemi fisici, dall’altro l’epidemia ha causato il rinvio della competizione all’anno prossimo, dandogli un nuovo periodo di tempo per inseguire un ruolo di primo piano con l’azzurro dell’Italia.

Naturalmente, la solidità dimostrata potrebbe rilanciarlo anche in vista di un finale di stagione talmente fitto che potrebbe richiedere anche la rotazione dei portieri. E Gattuso ormai è consapevole di non avere a disposizione soltanto un buon gregario, bensì un portiere di qualità, con grandi margini di crescita e un futuro che lo inquadra a ragione tra i prospetti più interessanti dei prossimi anni. Ma per Meret adesso conta soltanto il presente, quello che gli serve per imporsi subito con la maglia del Napoli.

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