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Malagò: “Io contrario alla ripresa del calcio? E’ solo una ricostruzione fantasiosa di qualche giornalista”

A RTL 102.5: “Ho sempre detto che il calcio aveva non solo il diritto, ma il dovere di ripartire, ma che non doveva avere dei canali diversi rispetto agli altri sport. Alla fine il calcio ha accettato le regole di tutti”

Malagò: “Io contrario alla ripresa del calcio? E’ solo una ricostruzione fantasiosa di qualche giornalista”
Antonello Sammarco/Image Sport

Il Presidente del Coni, Giovanni Malagò ha rilasciato un’intervista a RTL 102.5.

Cosa si aspetta dalla ripresa della serie A, anche alla luce del test della Coppa Italia?

“C’è un’attesa spasmodica da parte dei tifosi perché c’è stato un periodo di astinenza che credo sia record nella storia del paese, ma penso che si sia fatto il meglio tenendo presente tutta la complessità della situazione. E’ tutto ancora in fase di evoluzione e dal lato delle normative mi sembra ci sia un bel lavoro di squadra”.

Cosa pensa della quarantena soft?

“Tutte le dinamiche di sottoporsi con quella cadenza così intensiva e continuativa ai controlli dei tamponi e tutti gli accorgimenti che ci sono impongono già restrizioni e limitazioni a monte oggettivamente molto importanti”.

Cosa pensa della “libertà” degli inevitabili contatti sul campo dei giocatori, durante e dopo la partita?

“E’ normale che se uno vede un contatto fisico vicino tra due giocatori pensa, ma questo cozza con le normali regole del cittadino, ma il contatto è giustificato perché si ha la certezza, attraverso i controlli fatti a monte, che le persone che vanno in campo e che si abbracciano non siano contagiati, è come se avessero una forma di passaporto”.

E’ vero che non era del tutto favorevole alla ripartenza del campionato?

“Questa è una ricostruzione completamente fantasiosa fatta da qualche giornalista, io ho sempre detto che il calcio aveva non solo il diritto, ma il dovere di ripartire, ma che non doveva avere dei canali diversi rispetto agli altri sport e mi sembra che i fatti mi abbiano dato ragione. Alla fine il calcio ha accettato le regole di tutti, quindi non c’è la volontà polemica. Il mio pensiero è sempre stato lo stesso del Governo”.

Quando potranno tornare i tifosi allo stadio? Cosa pensa dei tifosi “virtuali”?

“Non lo so e non lo sa nessuno e non si può fare un discorso uguale per tutti gli sport. All’aperto? Al chiuso? Bisogna valutare la capienza dello spazio, la distanza tra le persone per capire quanta gente poter far entrare, la difficoltà di gestione di un evento dove da una parte hai gli oneri, sanificazione, pulizia, controlli etc. e dall’altra non c’è un beneficio di avere ricavi pieni se non hai il pubblico pieno. Sono valutazioni che devono essere fatte anche in base alla curva epidemiologica”.

Sulle Olimpiadi.

“Ci si è presi tutto il timing disponibile rispetto al procrastinamento della manifestazione che ci doveva essere quest’anno e ovviamente tutti dicono che le Olimpiadi si vorranno fare con il pubblico e con tutte quelle dinamiche che comprendono il villaggio degli atleti, ma da qui a quella data mancano ancora 13 mesi. Le uniche considerazioni negative arrivano da un candidato governatore della provincia di Tokyo che fa una sua partita politica in antitesi a chi governa il paese e al comitato organizzatore delle Olimpiadi”.

 

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