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Le Iene hanno mandato in onda il servizio. Ed è stato come l’ultimo Zarate

Il protagonista è Luis Ruzzi manager romano di Zarate. Gli mancherebbero dei soldi che avrebbe intascato l’agente Petrucchi. Lotito fu condannato a due mesi

Le Iene hanno mandato in onda il servizio. Ed è stato come l’ultimo Zarate

Finalmente Le Iene hanno mandato in onda su Zarate. Sulle accuse a Lotito di aver pagato in nero parte del trasferimento dell’attaccante argentino. Protagonista della storia – che viene raccontata dal Corriere dello Sport che ha guardato il servizio in tv – è Luis Ruzzi definito “ex diplomatico italo-argentino, manager di riferimento a Roma per l’attaccante di Buenos Aires all’epoca del trasferimento (estate 2009) dagli arabi dell’Al Sadd”.

Ricorda che il caso esplose già nel gennaio 2010

dopo le segnalazioni della Covisoc e l’apertura di un’inchiesta della Procura Federale in relazione alla commissione di 15 milioni (spalmati in cinque stagioni, tre all’anno secondo la durata del contratto) parallela all’operazione di acquisto dell’argentino e da versare alla Pluriel Limited. Un importo considerato elevato rispetto allo stipendio dell’attaccante (7 milioni netti in cinque anni) e al costo del riscatto operato attraverso clausola di rescissione (20 milioni) per liberarlo dall’Al Sadd.

La Disciplinare – ricorda il Corsport – condannò nel 2012 Lotito a dieci mesi di inibizione, ridotti a due in appello dalla Corte Federale perché la provvigione era stata intestata all’agenzia londinese e non a Riccardo Petrucchi, suo rappresentante legale e agente di calciatori.

Scrive il quotidiano che

il video delle Iene si apre e si chiude con le immagini e gli audio (registrati) di Luis Ruzzi che per due domeniche di fila a febbraio si apposta davanti alla Chiesa di Santa Maria in largo Chigi e insegue Lotito, protetto dalla scorta, per invocare un colloquio e chiedere soldi: «Presidente, non scappi, dobbiamo parlare e risolvere. Petrucchi si è preso i nostri soldi, dobbiamo avere milioni di euro, ci siamo organizzati con la società londinese per fare un favore a lei. Così quanti soldi ha risparmiato? Perché ci deve rimettere il giocatore?».

Il quotidiano scrive che i soldi usciti dalla Lazio, quotata in Borsa, sono tutti fatturati. E che

(se fosse una parte di stipendio mascherato) si tratterebbe di evasione contributiva e non fiscale: la Procura Federale all’epoca non intervenne perché l’importo di una provvigione, per quanto elevata, è frutto dell’accordo con e tra liberi professionisti (nel caso specifico Riccardo Petrucchi e Sergio Zarate) e non ci sono paletti.

Tutto sommato un servizio paragonabile all’ultimo Zarate, lontano dall’argentino del primo anno che – per dirla alla Guido De Angelis – segnava tirando da sotto casa.

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