Nella sua autobiografia: “Quel Pallone d’Oro avrebbe potuto vincerlo lui. Aveva gli occhi dietro la testa, gli riuscivano giocate che nessuno poteva neppure immaginare”
Quel Pallone d’Oro avrebbe davvero potuto vincerlo, prima dell’egemonia degli alieni. Lo hanno dato a giocatori come Owen o Shevchenko,
Nella sua autobiografia, “Io, Giorgio”, Giorgio Chiellini parla anche di Francesco Totti e del Pallone d’Oro.
“Un grandissimo con cui ho giocato ma quasi soltanto da avversario è Francesco Totti. In Nazionale lo avevo intravisto in un paio di partite prima dei Mondiali 2006, poi lui lasciò l’azzurro. Comunque, tra Juve e Roma non ci siamo fatti mancare niente. Francesco è stato immenso, davvero, ed è stato un peccato non vederlo esibirsi anche su altri palcoscenici, però dal punto di vista romantico è stato bellissimo che lui abbia dedicato tutta la sua vita alla Roma. Alla fine ha vinto molto meno di quanto avrebbe potuto, lui era da Pallone d’Oro, e forse si è negato in parte quella crescita che arriva da ogni cambiamento. Ma chi pensa che sia stata una scelta di comodo non ha capito niente: è stata soltanto una scelta d’amore. Quando non vinci, può passarti per la testa di cercare altrove le opportunità per farlo, ma Totti è un ‘romano de Roma’ come nessuno, e questo spiega perché non si sia mosso da lì”.
A tal proposito, il capitano della Juve aggiunge:
“Quel Pallone d’Oro avrebbe davvero potuto vincerlo, prima dell’egemonia degli alieni. Lo hanno dato a giocatori come Owen o Shevchenko, grandi, ma non certo più di Totti. Lui aveva gli occhi dietro la testa, gli riuscivano giocate che nessuno poteva neppure immaginare. Gli ho visto esprimere un calcio fantastico, prima con una fisicità esplosiva e poi con una classe immensa, anche se a ritmi più lenti. A livello tecnico, mentale e come visione di gioco Totti era un autentico fuoriclasse: semplicemente un genio. E insieme alla fantastica sregolatezza di Cassano ha formato la coppia più bella e impossibile della Roma, forse di sempre. Pura poesia”.