Carraro: «Il calcio non può chiedere privilegi non concessi agli altri cittadini»

A Repubblica: «Il campionato può resuscitare quando l’avrà fatto anche la società. Se tutti quelli che ne hanno bisogno avranno accesso allo screening allora la ripartenza sarà giustificata»

moggi carraro

Repubblica intervista Franco Carraro. Dirigente sportivo, politico, ex presidente del Coni. Riconosce l’importanza economica e sociale del calcio, ma invita ad una maggiore sensibilità e attenzione alle priorità. Invita a non avere così fretta di ricominciare.

«Il contesto è complesso. Lo sport è per definizione promiscuo, quella che era la sua forza ora è diventata la sua debolezza. Nessuno può dichiarare che Atalanta-Valencia a porte aperte abbia avuto conseguenze nefaste sul contagio o sia stata una bomba biologica, ma nessuno può nemmeno dichiarare il contrario. È bellissimo che il calcio ricominci, ha il dovere di provare tutte le strade, ma le raccomandazioni scientifiche della federazione dei medici sportivi per la riapertura delle attività e del campionato, che prevedono controlli e negatività di tutti, sono sostenibili solo da una decina di squadre, in più mi sembrerebbe molto incauto staccare la Serie A dalla B e snaturare così lo spettacolo. Meglio prendere tempo anche perché l’umanità con il virus dovrà conviverci».

Nel chiedere di ripartire, il calcio non può pensare di essere al di sopra di tutto il resto.

«A Roma è morto un ginecologo perché non aveva avuto la possibilità di fare un tampone. Credo debba esistere una sensibilità pubblica. C’è una priorità dei bisogni, il calcio non può passarci sopra e chiedere privilegi e forzature che non sono concessi agli altri cittadini. Lo dico da uomo che è nato e cresciuto nel mondo del calcio. Se tutti quelli che ne hanno bisogno avranno accesso allo screening allora la ripartenza sarà giustificata».

Per Carraro si potrebbe far coincidere l’anno sportivo con quello solare.

«La mia proposta è questa: darsi un ampio respiro e terminare la stagione calcistica entro il 20 ottobre, a
seguire le competizioni internazionali. Iniziare il prossimo campionato nel dicembre 2020, giocare anche d’estate, chiedere al presidente Ceferin, che è stato molto bravo e tempestivo nello spostare il campionato europeo all’anno prossimo, di posticiparlo a novembre, stesse date del Mondiale».

Una cosa è certa, dice.

«Io tutti i giorni ascolto la messa del Papa. E da tre settimane continua a dire che ci sono due contropoteri: Dio e il denaro. Parla di disagi, di chi ha perso il lavoro, di chi ha problemi economici, di chi è più vulnerabile, carcerati, migranti, medici. Se il tema sociale è presente a tutti i livelli significa che è diventato molto prioritario. Io mi permetto solo di aggiungere che il campionato può resuscitare quando l’avrà fatto anche la società».

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