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La Premier League e la piaga delle scommesse: un club su due ha lo sponsor che le promuove

Una volta in stagione i club possono giocare senza sponsor e promuovere una causa sociale. Sabato lo ha fatto l’Everton impegnato contro le dipendenze

La Premier League e la piaga delle scommesse: un club su due ha lo sponsor che le promuove

L’Everton popolare è sceso in campo sabato scorso contro il Crystal Palace. Sulla maglia, al posto dello sponsor, il colosso delle scommesse keniano SportPesa, trionfava “Everton in community”, il progetto sociale del club. Un una tantum. L’Everton ha approfittato della partita stagionale in cui i club in genere possono promuovere una buona causa al posto dello sponsor commerciale. E lo sponsor, in Premier, per 10 dei 20 club, è una società di giochi d’azzardo online. Il Palace per esempio, nella stessa partita indossava ManBetX, lo sponsor di scommesse sportive e casinò di proprietà filippina, gestito da una società registrata a Malta.

Già il mese scorso i vertici aziendali avevano dichiarato che  “in un mondo ideale la squadra non sarebbe sponsorizzata da una società di giochi d’azzardo. Visto anche il lavoro fatto dall’Everton nelle comunità dedicate alla cura e alla prevenzione di problemi di salute mentale”.

L’ad, Denise Barrett-Baxendale, aveva sottolineato: “Sappiamo che il nostro sport è sostenuto dal gioco d’azzardo. In un mondo ideale, cercheremmo di avere un diverso tipo di sponsor sulle nostre maglie come farebbero tutte le squadre di calcio, ma questa è una decisione commerciale che prendiamo come squadra di calcio”.
everton in the community

E’ un momento importante, su questo fronte, per il calcio inglese, scrive il Guardian. Il governo inizia la revisione della regolamentazione del gioco d’azzardo. Il nuovo ad della Premier League aveva difeso il diritto di libertà di sponsorizzazione, parlando di “una lunga tradizione che unisce il calcio alle scommesse”.

I rilievi legali coincidono con la rivoluzione nell’uso del telefono cellulare che ha reso il gioco d’azzardo, principalmente su app, molto più immediato e, secondo alcuni esperti, più avvincente. Il dottor Darragh McGee dell’Università di Bath ha sottolineato il pericolo di una “gamblification” del calcio dopo aver studiato di alcuni pazienti ludopatici che non potevano più guardare una partita senza scommetterci su.

Una delle campagne più strazianti per una nuova regolamentazione più stringente sul gioco d’azzardo è Lives, creata da Charles e Liz Ritchie dopo che il loro figlio Jack, un giovane socievole e “normale” amante del calcio, si è ucciso nel 2017 l’età di 24 anni, diventato ormai totalmente dipendente dal gioco d’azzardo.

La maglia dell’Everton richiama i riflettori sui programmi sociali che sempre di più i club inglesi portano avanti: circa il 3,6% degli introiti da diritti tv, finisce proprio nel finanziamento di questi progetti che funzionano con la polizia, le autorità educative e le agenzie di inclusione sociale per aiutare le persone svantaggiate nei quartieri difficili.

L’area intorno a Goodison Park è una delle aree più svantaggiate del Paese e il programma dell’Everton lavora con residenti, rifugiati e senza tetto o che soffrono di problemi di dipendenza.

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