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È ora di chiedere scusa a Momblano per Guardiola alla Juventus

La scorsa estate ha raccontato quasi in solitudine quel che oggi è di dominio pubblico, e fu ricoperto di sterco anche perché considerato giornalista di seconda categoria

È ora di chiedere scusa a Momblano per Guardiola alla Juventus

In questi casi si dice che il tempo è galantuomo. Ma non è solo una questione di tempo. Il tormentone di calciomercato della scorsa estate – Guardiola alla Juventus – era diventato una sfida tra coloro i quali si sentono unici e soli depositari del giornalismo, e “i nuovi mostri” coloro i quali sono associati ai social network considerati da alcuni la fica dentata del terzo millennio. O, anche, il male assoluto, la pattumiera dell’informazione.

In realtà ci può essere e ci sono pessimo e buon giornalismo in entrambi i campi. Non è il mezzo che avvalora la veridicità del messaggio. Di certo il fronte dei social è meno regolamentato, è una savana affollata in cui non sempre è semplice districarsi.

Che cosa è successo? È successo che mesi dopo, sette mesi dopo, il fronte del giornalismo che per brevità possiamo definire titolato, mainstream, istituzionale fate voi, ammette e scrive che l’oggetto del desiderio della Juventus è ma soprattutto era è ed è stato Guardiola. Maurizio Crosetti, firma di punta dello sport di Repubblica, giornalista il cui valore non è in discussione, mette nero su bianco che la Juventus avrebbe voluto ingaggiare Guardiola. E che non è riuscita a farlo per incastri di tempo e di soldi. E così ha poi virato su una sottomarca – termine usato dallo stesso Crosetti – cioè Maurizio Sarri.

Qui non possiamo che far partire un appello affinché si muovano delle scuse nei confronti di Momblano il giornalista del fronte degli “inaffidabili”, dei cacciatori di like e di clic (come se in tv non cercassero l’audience o nei giornali non fossero ancora mossi dalla mesozoica ricerca di copie da vendere). Perché quel che oggi apprendiamo da Repubblica, e che ieri riportava anche l’agenzia Ansa riprendendo voci dall’Inghilterra, è quel che ha raccontato la scorsa estate proprio il povero Momblano. Diciamo povero perché il giornalismo “social” non ha barriere: arriva sì rapidamente a molte persone, ma altrettanto rapidamente questo numero di persone può trasformarsi in un boomerang. Insomma con l’arrivo di Sarri il buon Momblano si è ritrovato addosso palate di sterco sufficienti a concimare l’Olanda per un paio di secoli.

Oggi, mentre probabilmente – da juventino – starà vivendo un periodo tormentato per sorti della propria squadra del cuore, da giornalista può prendersi una rivincita, non diciamo dimenticare la valanga di materiale organico – sarebbe impossibile – ma camminare con lo sguardo fiero. Potrà senza tema di smentite pronunciare la frase per cui i giornalisti si farebbero ammazzare: “Io lo avevo detto” oppure “io lo avevo scritto”.

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