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Damascelli: con l’addio di Spinelli al Livorno si chiude un’epoca del calcio italiano

Su Il Giornale scrive che è stato l’ultimo dei presidenti che ci rimettono denari perché non possono farne a meno

Damascelli: con l’addio di Spinelli al Livorno si chiude un’epoca del calcio italiano

Il presidente del Livorno, Aldo Spinelli, ha deciso di vendere il club ai cinesi. Per Tony Damascelli si chiude un capitolo della storia del calcio.

“Fine dell’impermeabile giallo in tribuna. Aldo Spinelli lascia il calcio, vende il Livorno, dopo aver venduto il Genoa, dopo avere annunciato una, dieci, cento volte di non amare più questo mondo marcio, e folle assieme, del pallone”.

In trentacinque anni ha collezionato vittorie grandiose, come quella sul Liverpool ad Anfield, in coppa Uefa ma anche delusioni, retrocessioni e vicende strazianti come la morte in campo di Morosini. Adesso,

“ha deciso che non fosse più il tempo di soffrire per una partita di football e di ingoiare gli insulti e i fischi dei curvaioli”.

Spinelli ha affrontato le tempeste di terra sempre controvento, scrive Damascelli.

“Sempre la stessa storia, prima l’altare e gli incensi, poi la polvere e l’odore della polvere da sparo, arbitri e rigori non fischiati e favori e penalizzazioni e un mucchio di soldi spesi per ragazzi, anche mediocri. Per fortuna c’è stato altro, l’imprenditore Spinelli ha dato lavoro a gruisti, manovali, portuali, operai, la macaia della vita in confronto all’aria fresca dei pallonari. L’uscita di Spinelli conclude un capitolo della storia calcistica nostrana, quella dei presidenti che mettono denari e ci rimettono ma non possono farne a meno, perché si è capaci di tutto, anche di telefonare al Quirinale e chiedere il supporto morale, chissà magari anche altro, al presidente della repubblica, di nascita livornese”.

Era l’epoca di Carlo Azeglio Ciampi. Davanti ai suoi occhi il Livorno perse contro il Chievo. L’arbitro non fischiò nemmeno un rigore a favore della squadra e Spinelli non smise di sbraitare.

“Era teatro, l’ultimo atto è la vendita ai cinesi. Non poteva essere diversamente per Aldo Spinelli, venuto su a cambiali e, finalmente, ricco della propria vecchiaia, guardando il calcio da un oblò”.

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