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Cucci: bisogna indignarsi per i cori di discriminazione territoriale al pari di quelli razzisti

Sul Corsport risponde alle lettere dei lettori indignati per i cori nei confronti dei napoletani

Italo Cucci torna sulla questione dei cori razzisti sollevata da alcune lettere sul Corriere dello Sport. Cucci parla di “vero razzismo” di tanti italiani che ridicolizzano e rafforzano la Questione Meridionale

Lo dico da anni, inascoltato – echissenefrega – che il razzismo contro la gente di colore, contro i calciatori neri accolti con i “buu” dagli ignoranti, era un falso, finché non è stato individuato nella difesa contro l’invasione dei migranti; ed è comunque un falso tuttora, perché non è in discussione il colore della pelle dei nostri compagni di sventura ma il malessere esistenziale che ormai accomuna italiani e stranieri. Il razzismo contro i meridionali lo conosco invece da quando sono nato, in una regione peraltro tollerante, l’Emilia Romagna, che sulla differenza ha creato soprattutto sfottò. Mentre altrove si usavano disprezzo e odio. Come oggi. E anche invidia, ad esempio, in particolare per la genialità dei napoletani che nel tempo – spesso anche per loro colpa – furono via via trattati sempre peggio, disprezzati da chi è incapace di esibire con altrettanta sicurezza l’arte di sopravvivere ai malgoverni e ai prepotenti

Condò sottolinea dunque che ci si scandalizza per il razzismo verso i neri, cosa giusta e condivisibile, mentre si tollera e si considera quasi goliardia quello verso i nostri connazionali

I detrattori di oggi – quelli che crescono nell’odio o sparano cazzate come quel Tizio che se ne frega dei ponti che crollano come riderebbe del Vesuvio eruttante – non sono annoiati ma pericolosi.

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