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Il Guardian: Manchester City di nuovo nei guai per il deficit, rischia l’esclusione dalla Champions

Un’inchiesta svela che i documenti presentati alla Uefa per l’accordo sullo sforamento del 2014 sono inammissibili. Tra il 2012 e il 2013 il club spese 180 milioni di sterline, il massimo consentito è 45

Il Guardian: Manchester City di nuovo nei guai per il deficit, rischia l’esclusione dalla Champions

Il Manchester City è di nuovo nei guai per il fair play finanziario. E stavolta sono guai seri, perché riguardano la validità di un primo accordo transattivo che il club chiuse con l’Uefa per evitare penalizzazioni.

Un’inchiesta del Guardian rivela infatti che alcuni documenti presentati alla Uefa per l’indagine sul buco del 2014 sono risultati inammissibili. E che la dirigenza del club inglese non ha mai reso disponibile gli estratti conto bancari relativi agli anni 2012 e 2013.

I consulenti nominati dall’Uefa nella primavera del 2014 per approfondire il dissesto finanziario del club e la relativa documentazione hanno concluso – scrive il Guardian – che il City aveva registrato perdite per un totale di circa 180 milioni di sterline (213 milioni di euro circa) nel 2012 e nel 2013. Superando di gran lunga il deficit massimo consentito di 45 milioni di sterline (53 milioni, in euro), a condizione che tali perdite fossero coperte dalla proprietà.

Le comunicazioni del City per gli esercizi 2012 e 2013 sono state messe in discussione in relazione ai 118,75 milioni di sterline in sponsorizzazioni arrivate da società di Abu Dhabi, lo stato di residenza del proprietario del club, e per i metodi contabili sulle commissioni di trasferimento e la formazione di due nuove società.

In pratica l’Uefa ha accertato una perdita ulteriore di quasi 60 milioni di sterline, non evidenziata precedentemente. La prima inchiesta dell’Uefa sul City è nota da sei anni. Lo stesso vale per l’accordo che il City alla fine e con riluttanza chiuse per limitare i danni. Ma i dettagli del processo, rivelati oggi dal Guardian, non erano mai stati ufficialmente resi noti.

Il Guardian svela che parecchie persone all’interno dell’Uefa pensano che i regolamenti avrebbero dovuto essere applicati più rigorosamente nel 2014, e che un membro del personale che lavora sul fair play finanziario si è dimesso poco dopo l’accordo.

Le sponsorizzazioni di Abu Dhabi furono portate alla luce nel novembre 2018 quando il Der Spiegel pubblicò email e documenti interni che suggerivano che il proprietario del club, lo sceicco Mansour bin Zayed al-Nahyan, stesse finanziando per larga parte l’accordo di sponsorizzazione con Etihad. In pratica un modo per aggirare le regole del fair play.

Ora l’Uefa vuole nuovamente andare a fondo a queste irregolarità e se il panel riterrà che le accuse sono provate, potrebbe bandire il City dalla Champions League, il trofeo-obiettivo sul quale Mansour ha investito 1,3 miliardi di sterline finora.

Nel 2014 l’organo di governo del calcio europeo era guidato dall’attuale presidente della Fifa, Gianni Infantino, e i “leak” del Der Spiegel sembrano dimostrare che proprio Infantino fosse personalmente coinvolto nelle trattative per l’accordo.

Un portavoce del City ha dichiarato al quotidiano inglese: “L’accordo transattivo del 2014 ha risolto tutte le questioni aperte tra le parti e contiene disposizioni sulla riservatezza che impediscono al Manchester City di commentare sia l’accordo sia l’indagine che ha risolto tutto”.

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