ilNapolista

Biasin: il problema della Juve non è Sarri, ma chi l’ha messo sulla panchina bianconera

Su Libero scrive che il tecnico ha dovuto fare i conti con un mercato che ha portato diversi giocatori, quasi tutti non adatti alla sua idea di calcio, come se la società gli avesse messo i bastoni tra le ruote

Biasin: il problema della Juve non è Sarri, ma chi l’ha messo sulla panchina bianconera

Su Libero Fabrizio Biasin scrive di Sarri. Il problema della Juve, dice, non è il tecnico, ma chi lo ha messo alla guida dei bianconeri, ovvero la società.

Biasin scorre tutti i giudizi dati dalla stampa finora sul tecnico di Figline e sulla sua Juve. Giudizi estremamente altalenanti, a seconda dell’andamento delle partite. Per poi concludere dicendo che anche se finora non si è visto il bel calcio a cui ci ha abituati, non gli si poteva chiedere di più.

“È arrivato da «marziano»a stagione praticamente iniziata in un ambiente dove storicamente il «bel calcio» interessa solo se abbinato ai risultati; s’è beccato la polmonite, ha dovuto fare i conti con un mercato che ha portato diversi giocatori, quasi tutti non adatti alla sua idea di calcio”.

C’erano tutte le premesse perché partisse con difficoltà, continua, e invece Sarri ha portato la Juve in scioltezza agli ottavi di Champions ed è in testa alla classifica, anche con un gioco poco brillante.

“E veniamo al punto. Il punto è che il problema della Juve non è Sarri, ma chi ce l’ha messo. Agnelli sarebbe andato avanti volentieri con Allegri (e avrebbe fatto benissimo), ha scelto di dare credito alla «linea dirigenziale», ovvero a Nedved e Paratici, vogliosi di portare a Torino «la fantasia». Per farlo, però, non hanno assecondato il loro tecnico e semmai gli hanno messo i bastoni tra le ruote”.

La società bianconera gli ha fatto capire di voler vendere Higuain, Dybala, Mandzukic, Matuidi ed Emre Can. Sarri se li è ritrovati poi in rosa ed è stato bravo a rendere i primi due protagonisti della sua Juve.

Ma, sul mercato, la società ha portato a Torino “una serie di giocatori che, stringi-stringi, stanno facendo bene in un ambiente dove «bene» non basta”. Ovvero Rabiot, Ramsey, Danilo, De Ligt.

E allora, scrive Biasin,

“se” la Juve ha dei problemi (in fondo è sempre primissima e dopo 9 anni non è facile) non dipendono dal tecnico, bensì da chi ha puntato sui “nomi” e non sulla sostanza. L’inversione di tendenza, se vogliamo, è già in atto: a giugno arriverà un talento come Kulusevski – bel colpo – costato assai di cartellino ma poco di stipendio, quindi la Juve dovrà dare una sistemata al solito monte ingaggi (circa 250 milioni al lordo)”.

Tutto questo diventerà un problema solo se la Juve non riuscirà a vincere in Italia e arrivare in finale di Champions, conclude.

“Agnelli («Il futuro dirà se le scelte prese erano quelle corrette», così parlò il giorno dell’addio ad Allegri) attende”.

ilnapolista © riproduzione riservata