Repubblica: Ancelotti pentito di essere tornato in Italia. Deluso dalla Serie A
Il tecnico ha dovuto combattere il razzismo e gli errori arbitrali mettendoci la faccia. Ora non vede l'ora di volare a Londra

Napoli's Italian coach Carlo Ancelotti enters the pitch during the UEFA Champions League Group E football match SSC Napoli vs KRC Genk.
In conferenza stampa, alla vigilia di Napoli-Genk, Ancelotti ammise che c’era una scelta che, tornando indietro, non avrebbe fatto.
Non è quella di aver scelto la squadra azzurra, scrive Repubblica Napoli, ma di aver scelto di tornare in Italia
Ancelotti si è pentito
“di essere tornato dopo una lunga parentesi durata nove anni su una panchina di serie A, che ha ritrovato ancora meno attraente e accogliente rispetto a quanto ricordava”.
Per 18 mesi non ha fatto altro che combattere
“con un mondo che deve essergli sembrato più di una volta invivibile, al confronto con gli standard a cui si era abituato lavorando all’estero”.
Ha dovuto combattere il razzismo mettendoci la faccia,
“senza però riuscire a ottenere dei risultati realmente concreti: al di là di una solidarietà di facciata. Ci ha provato per un po’, poi se n’è dovuto fare una ragione”.
Poi c’è stata la crociata contro gli errori arbitrali
“pagata con l’onta di un’immeritata e volgare squalifica subita nella partita contro l’Atalanta al San Paolo”.
Non è servita nemmeno la sua difesa personale alla Corte d’Appello federale a farla annullare. L’epilogo della vicenda è stato
“il dito puntato dal tecnico in segno d’accusa contro il designatore Nicola Rizzoli, senza alcuna reale speranza di ottenere però soddisfazione e giustizia”.
Il tecnico, scrive il quotidiano,
“non s’aspettava tutta questa ostilità ed è per questo che non vede l’ora di volare nella sua Londra, dove l’Arsenal è pronto ad accoglierlo”.
La Serie A lo ha deluso. Ancelotti si è pentito di aver detto no alla panchina della Nazionale e aver preferito il Napoli
“e quell’avventura al Sud che mancava alla sua carriera: sognando il calore del San Paolo che aveva conosciuto da avversario. Non ha trovato nemmeno quello, però. Si vede che non era proprio destino”