Sono stati otto anni insieme, Gattuso e Ancelotti, gli otto anni del Milan in cui Carlo rispondeva «Prima metto Gattuso, poi tutti gli altri»

Polverosi sul Corriere dello Sport fa un breve riassunto della storia di Ancelotti e Gattuso che oggi si intreccia ancora una volta con il tecnico calabrese che subentra in corsa al maestro sulla panchina del Napoli. Gattuso non ha vinto ancora nulla, Carlo ha vinto tutto, questa la differenza da non dimenticare mai tra i due, anche se l’allenatore di Reggiolo ha sempre avuto massima stima e fiducia in Rino
Sono stati otto anni insieme, Gattuso e Ancelotti, gli otto anni di Carletto al Milan. Hanno vinto tutto, scudetto, supercoppe, coppe nazionali, due volte la Champions, un mondiale per club. Era una squadra fantastica, capace di rinnovarsi restando sempre se stessa. Il Milan dei numeri 10, in una stagione Ancelotti ne mise insieme quattro: Pirlo, trasformato in regista, Seedorf, modificato (con mugugni) in mezz’ala, Kakà e Rui Costa. Più un attaccante. Questa impalcatura si reggeva per una sola ragione: i polmoni di Rino Gattuso. Non a caso, quando chiedevano ad Ancelotti chi fosse il giocatore determinante per quella squadra, rispondeva così: «Prima metto Gattuso, poi tutti gli altri».
Questo è il calcio e capirne i misteri è un esercizio inutile e faticoso. Rino Gattuso ha preso il posto di Carlo Ancelotti sulla panchina del Napoli. Come allenatore, l’allievo non ha vinto ancora niente, il maestro ha vinto tutto ma se un giorno, costretto all’addio, potrà dire chi avrebbe preferito come suo successore risponderà allo stesso modo: «Prima metto Gattuso, poi tutti gli altri». Sono diversi, ma sono due persone perbene. Gattuso è rabbia e fatica, Ancelotti distensione e intuizione. Se esistesse il “doppio allenatore” sarebbero una grande coppia.