L’allenatore fa chiarezza sul Rebic, Kessie e Biglia chini sugli smartphone prima di Milan-Napoli: “Non vorrei che il caso diventi più grande di quello che è”

Abbiamo raccontato ieri delle polemiche scatenate dalle immagini di Rebic, Kessie e Biglia nello spogliatoio dei Milan sabato pomeriggio. A pochi minuti dall’inizio della partita contro il Napoli, Sky ha ritratto i tre giocatori seduti comodamente con il capo chino sugli smartphone. Un’immagine non esattamente indice di grande concentrazione. Che ha fatto nascere il malcontento dei tifosi soprattutto dopo il pareggio guadagnato sul campo.
Sulla questione è intervenuto l’allenatore rossonero, Stefano Pioli. Le sue parole sono oggi sul Corriere della Sera. Il tecnico ha ricordato di avere introdotto la regola che vieta l’utilizzo dei telefonini a pranzo e a cena. Ha stabilito che i calciatori lascino i propri cellulari in un cestino, prima dei pasti a Milanello.
«Vorrei chiarire che nel prepartita l’uso dei telefoni è consentito ai giocatori per due motivi. Da un lato ciascuno di loro si rilassa ascoltando la propria playlist, fatto che peraltro accade in tutte le squadre d’Italia da quando esistono gli smartphone, dall’altro soprattutto ogni giocatore è tenuto a consultare l’app che lo staff tecnico ha consegnato. Ogni calciatore ha dei video da memorizzare per studiare le caratteristiche degli avversari che gravitano nelle loro aree di competenza. In pratica stavano svolgendo una sorta di compiti a casa!».
Non è giusto parlare di scarsa professionalità, per Pioli.
«Casomai stavano compiendo il loro dovere. Biglia stava proprio guardando i video dell’app relativi a giocatori del Napoli».
Il tecnico ammette che, a prima vista, le immagini abbiano potuto suscitare le reazioni polemiche
«Ma se fossi stato certo che i giocatori erano intenti a chiamare o mandare messaggi prima di una sfida importante io per primo mi sarei arrabbiato. Ora non vorrei che il caso diventi più grande di quello che è. Peraltro quando è successo non ero presente: quando entra la tv nello spogliatoio preferisco uscire».