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Il welfare ai tempi dell’evoluzione tecnologica

A Napoli convegno della Uil pensionati. La Moretti: «dobbiamo cominciare a ragionare di tutela del lavoratore anziché di tutela del lavoro»

Il welfare ai tempi dell’evoluzione tecnologica

In che modo le moderne tecnologie possono essere utilizzate per garantire ai cittadini i diritti sociali previsti dalla Costituzione? Lo sviluppo tecnologico può consentirci di mantenere un buon livello di welfare senza far esplodere la spesa pubblica? Insomma, quali scenari per il futuro dello Stato Sociale? Se ne è parlato questa mattina a Napoli al convegno organizzato dalla Uil pensionati Campania dal titolo “L’evoluzione tecnologica e l’impatto sul welfare. Un quadro normativo per uno Stato Sociale alla prova del cambiamento”.

Ai saluti del segretario generale della Uil Campania Giovanni Sgambati e all’introduzione di Biagio Ciccone, segretario regionale della Uil pensionati, sono seguiti gli interventi di Sergio Buonanno, amministratore Delegato di Invitalia Ventures, Federica Caracò, ingegnere biomedico vincitrice del premio internazionale Health Technology Challenge AIIC, Valeria Fascione, assessore regionale con delega alle StartUp, all’innovazione e all’internazionalizzazione, dell’eurodeputata Alessandra Moretti, di Elio Pariota, Direttore Generale Università Telematica Pegaso, Stefano Ronchi, managing partner Valore srl, moderati dal giornalista culturale Michele Giustiniano.

«Dobbiamo cominciare a ragionare di tutela del lavoratore anziché di tutela del lavoro». ha affermato l’eurodeputata Alessandra Moretti. «È un passaggio che in Italia, purtroppo, è mancato in passato, quando alcuni degli elementi che abbiamo di fronte oggi stavano iniziando a manifestarsi, ma è un passaggio che dobbiamo convincerci a fare, un nuovo modo di concepire il sistema di protezione sociale che prenda in considerazione l’individuo nel suo complesso e non solo come lavoratore. Dobbiamo prendere atto che da qui ai prossimi 10-15 anni saremo di fronte ad uno sconvolgimento enorme del nostro modo di produrre e lavorare e abbiamo il dovere di farci trovare pronti».

L’impulso per un cambio così radicale, ha spiegato Moretti nel suo intervento, deve venire dall’Unione europea. «L’Ue può e deve fornire un quadro normativo comune, che indichi ai diversi sistemi nazionali la direzione verso cui muoversi. Un primo passo è stato fatto con l’approvazione della Direttiva Condizioni di lavoro trasparenti e prevedibili, approvata nel giugno 2019. Grazie alla spinta del gruppo Socialisti e Democratici sono stati inseriti obblighi per gli stati membri a risolvere la piaga delle forme più precarie di lavoro, come i contratti a zero ore e dei periodi di prova eccessivamente lunghi, che danneggiano soprattutto i più giovani. Per esempio, i datori di lavoro dovranno notificare ai lavoratori con sufficiente anticipo se un incarico viene cancellato, le ore di formazione dovranno essere considerate orario di lavoro e come tali retribuite dal datore di lavoro».

Purtroppo, si rammarica l’europarlamentare, «la battaglia per introdurre una definizione a livello europeo del concetto di lavoratore non è passata, ma sarà sicuramente una battaglia che uniti dovremo cercare di riproporre molto presto in modo tale che ogni persona che lavori sia giuridicamente tutelata in tutta l’Ue in modo eguale. Infine il sistema di welfare di nuova concezione deve ampliarsi, per includere tutti quei soggetti che oggi – ma soprattutto domani – rischiano di rimanerne esclusi a causa delle nuove forme di lavoro e di precariato determinate dall’economia delle piattaforme».

Da sempre la tecnologia ha segnato l’evoluzione della specie umana, è stato ribadito nel corso del convegno: lavoro, economia, relazioni, sapere, informazione, cultura…, tutto è stato profondamente modificato e investito da processi frenetici e inarrestabili. Ma se la tecnologia amplifica le possibilità umane e incide sul modo di concepire lo spazio e il tempo, creando società connesse e interconnesse allo stesso tempo, il suo impatto nella quotidianità pone numerosi interrogativi.

«Senza tradire le nostre radici», ha detto il segretario regionale della Uilp Campania, Biagio Ciccone, «dobbiamo utilizzare al meglio gli strumenti che la tecnologia mette oggi a nostra disposizione, per far nascere nuove opportunità. Senza venir meno alle giuste rivendicazioni di categoria, il sindacato deve essere protagonista con proposte al passo coi tempi, che sappiano coniugare le ragioni della missione sindacale con i bisogni della gente in un contesto che si evolve continuamente. Soltanto così il sindacato saprà interpretare nell’oggi il ruolo che gli compete. La presenza di un diritto formale, non è sufficiente, occorrono specifiche risorse e opportunità, strutture, programmi che consentano l’esercizio del diritto. Non si tratta di rinunciare ai diritti sociali, quanto piuttosto di inserire questo elemento all’interno di una cornice più ampia, articolata ed efficace. E, solo mettendosi al servizio delle persone, lo sviluppo tecnologico diventa vero progresso umano».

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