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Pedullà: Andreazzoli-Preziosi. Ma il rispetto non vale più di un bonifico?

Il presidente del Genoa aveva praticamente esonerato il suo tecnico poi lo ha richiamato per il no dei pretendenti. Se Andreazzoli non avesse famiglia dovrebbe rispondere: “No, grazie”

Pedullà: Andreazzoli-Preziosi. Ma il rispetto non vale più di un bonifico?

Sul Corriere dello Sport un commento fortemente critico di Alfredo Pedullà su Enrico Preziosi.

Il presidente del Genoa, scrive,

“divora allenatori con passione, specialità della casa. Pochi rivali al mondo, incoerenza e pentimenti: li cambia come se fossero cravatte”.

Pensa di poter calpestare il prossimo, ma pensa male. Aurelio Andreazzoli, che è un maestro di calcio e una persona perbene, appreso che Preziosi sta cercando il suo sostituto, si chiede perché non venga, quanto meno avvertito ed esonerato.

“Poi scopre che, a poche ore dall’allenamento, glielo cancellano, mentre lui magari sta preparando appunti nel bel mezzo della malinconia da predestinato al licenziamento. Lo avvertono con la sensibilità di un elefante: avevi due giorni liberi, te ne diamo un altro. Traduzione: così scegliamo meglio il tuo sostituto”.

Se lo cucinano a fuoco lento, scrive Pedullà. Non gli comunicano niente altro, lo schiaffeggiano nella dignità. Poi, però, al terzo accordo che sfuma con gli ipotetici sostituti (Gattuso, Pioli, Guidolin), Preziosi si arrende e chiede al “praticamente esonerato” Andreazzoli di presentarsi oggi all’allenamento.

“Se non fosse che Aurelio tiene famiglia, ci sarebbe da dire “grazie, ne scelga un altro al posto mio”. Non c’è bonifico senza rispetto. Meglio: se non hai rispetto, tieniti il bonifico”.

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