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“La regola Uefa sui falli di mano è sbagliata. Muovere il braccio è naturale: chi non lo fa, ha problemi neurologici”

Se ne occupa l’inserto Salute del Corriere. È il test di Collins che si fa ai bambini. Il professore Alberto Priori spiega perché la norma va contro i principi di neurologia. Il caso di Milinkovic Savic

“La regola Uefa sui falli di mano è sbagliata. Muovere il braccio è naturale: chi non lo fa, ha problemi neurologici”

La nuova norma Uefa

La nuova regola sui falli di mano è ormai questione anche scientifica. Se ne occupa oggi l’inserto Salute del Corriere della Sera. L’articolo di Cesare Peccarisi prende spunto dalla critica mossa alla nuova norma da Paolo Rossi alla Domenica Sportiva.

“Secondo la Uefa – ricorda il Corriere Salute – va sanzionato non solo il tocco di mano volontario ma anche la posizione innaturale del braccio che sussiste quando l’arto è in linea o sopra le spalle, comunque lontano dal corpo, anche se involontaria, a prescindere dalla distanza tra chi tira e poi colpisce la palla con la mano”.

L’articolo passa all’analisi di un caso pratico: il fallo di mano fischiato a Milinkovic Savic nel derby romano. Il serbo colpisce il pallone col braccio su cross di Dzeko. “Milinkovic – scrive nella premessa – è stato colpito sul braccio omolaterale alla gamba con cui aveva cercato di opporsi a Dzeko”. E spiega perché muovere il braccio è un comportamento naturale, innato, dell’uomo. Non farlo, implica un problema neurologico.

Il test di Collins che si fa ai bambini

Ecco cosa scrive Peccarisi:

Il suo braccio però era in estensione per un meccanismo di reattività posturale spontanea che il cosiddetto test di Collins orizzontale, usato in neurologia pediatrica per valutare la coordinazione psicomotoria del bambino, evidenzia già a 6-8 mesi di vita: se si tiene sospeso un neonato per gli arti un lato, lui estenderà prima il braccino e poi la gambetta liberi assumendo il cosiddetto atteggiamento dello schermidore.

fallo di mano

Prosegue l’articolo: “È questo uno dei principi base dello sviluppo psicomotorio che portano alla locomozione dell’adulto, caratterizzata da buon controllo posturale, corretti meccanismi di raddrizzamento e di equilibrio, movimenti armonici e fasici, cioè finalizzati al sostegno e all’equilibrio quando ci si sta muovendo. La locomozione – aggiunge – è infatti la capacità di spostare il corpo (e quindi il proprio baricentro) nello spazio conservando l’equilibrio”.

Insomma, è un movimento naturale. Le persone che non hanno questo movimento, vuol dire che hanno problemi neurologici. Non avere questi meccanismi di protezioni, vuol dire soffrire della cosiddetta sindrome della spinta, spiega Alberto Priori professore di neurologia all’Università di Milano.  Sindrome di cui possono soffrire le persone colpite da ictus.

Priori spiega:

Chi ha messo a punto queste norme calcistiche non ha idea di quale vespaio è andato a risvegliare dal punto di vista neurologico. C’è ad esempio un disturbo del movimento chiamato atassia, caratterizzato da mancanza di ordine e indica incoordinazione e goffaggine dei movimenti, i quali risultano alterati sia nella misura sia nella direzione, compromettendo le sinergie di postura e di equilibrio che sono sotto il controllo sia conscio sia inconscio di sistemi centrali e periferici, come varie aree del cervello e del cervelletto, il sistema visivo, quello vestibolare e il sensitivo…

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