A Libero racconta la giovane promessa del tennis che stasera si gioca la semifinale con Nadal: “Da piccolo non era nulla di particolare. Ma ha fame ed è umile”
A 23 anni, dopo aver battuto il francese Gael Monfils ai quarti di finale dello Us Open, Matteo Berrettini sta dicendo chiaramente la sua nel tennis italiano.
Ha dimostrato di non essere una meteora, scrive Libero, ma “l’incarnazione più pura del tennis nostrano del futuro prossimo”.
Dopo 42 anni ha riportato l’Italia in semifinale a New York e questa sera affronterà Rafa Nadal.
Di lui parla oggi Paolo Bertolucci, re del doppio all’italiana e oggi commentatore tv:
“Nei momenti importanti ha dimostrato una maturità che non si trova facilmente in giro. Ed è stato sorprendente vederlo giocare così specie perché, sul cemento, praticamente non aveva vinto mezza partita in carriera”.
Una carriera che, almeno fino a quest’anno, non ha avuto grandi scossoni.
“Lui è venuto su piano piano. Giocava senza sapere nemmeno bene quali fossero le sue superfici ideali. Pensava di potersi esprimere solo sulla terra battuta. Poi i quarti di Wimbledon gli hanno aperto la mente…”.
Qualche mese fa Berrettini è stato preso “a pallate” da Federer, agli ottavi di Wimbledon, schiaffi che lo hanno aiutato a crescere, commenta Bertolucci:
“Sono come i ceffoni che prendi dai genitori da bambino. Fanno parte della crescita. Ogni tanto nella vita bisogna imparare ad incassare qualche no. E il no in campo sportivo è rappresentato da una sconfitta, anche pesante. Non avevo dubbi che la lezione gli sarebbe servita”.
A prescindere da come andrà a finire, la nuova promessa del tennis italiano ha dimostrato di sapersela cavare e soprattutto di avere una grande capacità, quella “di raccogliere punti in tutte le superfici”.
“Non me ne voglia Berrettini, ma da ragazzo non sembrava nulla di particolare. Diciamo nella media. Non ti colpiva particolarmente per stile di gioco. Ma non è affatto un demerito, anzi. L’aspetto mentale nel tennis è fondamentale, e la fame e l’umiltà lo stanno portando in alto. Essendo cresciuto lontano dai riflettori non ha avuto fretta di esplodere”.
Per altezza e forza fisica Bertolucci lo paragona ad un tennista croato più che a un classico italiano:
“Un Cilic, un Karlovic, giocatori di stazza, con questo tennis fatto di servizio e dritto. Non ricalca nessuno degli italiani che lo hanno preceduto. È il prototipo del tennista giovane, alla Tsitsipas”.
E sulla sfida di stasera?
“Diciamo la verità, Nadal è favorito e a Matteo difficilmente riuscirà il miracolo. Ma sono certo che farà una bella figura e riuscirà a mostrare tutte le sue qualità”.
Federer e Rafa hanno ancora fame, ma hanno compiuto 33 anni. E’ possibile immaginare un tennis senza di loro?
“Sono leggende che scrivono la storia a suon di successi. Mentre molti ragazzini, non solo nel tennis, vengono chiamati “fenomeni”alle prime affermazioni, loro continuano a giocare e vincere. Il bello del tennis è che si rigenera in continuazione. Una volta si diceva “come faremo senza Borg e McEnroe?” Poi è toccato a Becker e Edberg. Poi a Sampras e Agassi. Adesso tocca a loro, in futuro brilleranno le stelle di Tsitsipas, Aliassime, Medvedev, e perché no, Berrettini”.