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Il black day dei passatisti: il Napoli vince senza mediano classico e con la serata libera alla vigilia

Due colpi ai dogmi di tanti tifosi, alla visione novecentesca del football. Senza nulla togliere al grande Allan, ma questo Napoli può giocare in molti modi

Il black day dei passatisti: il Napoli vince senza mediano classico e con la serata libera alla vigilia

Ci sono alcuni principi ben radicati negli appassionati novecenteschi di calcio. Potremmo definirli dogmi. Valido ovviamente a ogni latitudine. Ma qui siamo a Napoli e quindi ci riferiamo principalmente a quel che accade dalle nostre parti.

A Napoli avrete meno problemi a insultare madri e sorelle rispetto a quelli in cui potrete incorrere se affermate che giocare – non sempre – senza mediani alla vecchia maniera si può. Senza mediani classici. Toccate tutto ma non il centrocampo. Quell’idea sacrale vivificata da Romeo Benetti, l’uomo di rottura (in ogni senso). Tibia e perone si diceva un tempo. Nel Novecento appunto. Anche Carlo Ancelotti poteva essere considerato un mediano, nel senso ampio del termine. Randellava anche, oltre a fare e saper fare tante altre cose

Senza mediani, non si cantano messe. Una delle critiche mosse al mercato di questo Napoli è stata quella di non aver comprato un vice Allan. La figura di riferimento è sempre quella del randellatore, l’immaginario è quello. Poco importa che il calcio sia cambiato, che oggi al primo fallo ti ammoniscono e al secondo ti buttano fuori. E noi, almeno chi scrive – lo sapete – non è certo stato folgorato sulla via del calcio cosiddetto contemporaneo o del futuro.

Ieri sera il Napoli, sia pure contro la Sampdoria, ha schierato una formazione senza mediani tipici. Non c’era Allan insomma. Nulla contro Allan, sia chiaro: grandissimo giocatore, molto importante nel Napoli. Ma si può giocare in molti modi. Questa squadra gioca e sta imparando a giocare in molti modi. Elmas e Fabian in mediana, con Zielinski e Callejon a supporto, hanno orchestrato e anche spezzato. Fabian ha recuperato un bel po’ di palloni (le statistiche della Lega dicono sei), ha toccato 104 palloni e i passaggi riusciti sono stati 95. Torna in mente la celebra massima di Nils Liedholm: “se la palla ce l’abbiamo noi, non possono farci gol”. Qui ci tocca ricordare i dati del possesso palla, pur non essendone noi dei cultori: 66% a fine partita, con dati omogenei per tutta la partita.

Oggi un florilegio di complimenti per Elmas, ovviamente e comprensibilmente non sarebbe stato così se Meret non si fosse superato in uscita su Rigoni dopo una specie di liscio del macedone. Bisogna riconoscere che il Napoli di Ancelotti – staff tecnico più Giuntoli – i centrocampisti li sa acquistare. Lo scorso anno Fabian, adesso Elmas. Non che gli altri acquisti siano inefficaci, ma colpisce che in due anni gli azzurri hanno portato a casa due calciatori giovani, sconosciuti al grande pubblico, in grado di interpretare  perfettamente il calcio che ha in mente Ancelotti. Fabian pagato trenta milioni, oggi rimpianto dai due grandi club spagnoli: Real Madrid e Barcellona.

L’altro colpo al cuore dei medievali del calcio è la serata libera prima della partita. Un vero e proprio attentato al culto della sofferenza, delle lacrime e sangue che è alla base della concezione del pallone di casa nostra. Una sorta di espiazione dovuta anche allo stipendio. “Guadagni tanto, devi soffrire, non è che puoi fare la bella vita prima della partita, anche perché dalla tua prestazione dipende il nostro stato d’animo”. E che cosa succede? Che Ancelotti lascia i calciatori a casa la vigilia del match e il Napoli vince 2-0 con una prestazione in crescendo.

Siamo ovviamente consapevoli che nulla cambierà. Che alla prima partita che non sarà vinta senza Allan, ripartirà il tormentone. Così come per i ritiri. Toccando ferro, si è spento anche il mormorio sugli infortuni muscolari del Napoli. I numeri provenienti da Madrid, dalla Roma giallorossa e dalla Torino bianconera, hanno silenziato anche questa fazione.

Per un giorno, il Napoli si è goduto il ventunesimo secolo.

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