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Il Sole 24 Ore: “C’è una Campania che va oltre gli stereotipi e attrae investimenti e visitatori”

Aziende che innovano, multinazionali che investono nella formazione di giovani talenti, best practice nella gestione del patrimonio archeologico e artistico. “Uno spettacolo”

Il Sole 24 Ore: “C’è una Campania che va oltre gli stereotipi e attrae investimenti e visitatori”

 

“C’è una Campania degli stereotipi, più o meno la stessa dai tempi del Ventre di Napoli di Matilde Serao a quelli di Gomorra. Ma c’è anche una Campania che rappresenta il ribaltamento di quei cliché: aziende che innovano, multinazionali che trovano terreno fertile per formare giovani talenti, università che dialogano con il tessuto produttivo, best practice nella gestione di un patrimonio archeologico e artistico senza pari a livello internazionale”.

È la presentazione della nostra regione che è oggi sul Sole 24 Ore. Una Campania che corre verso il futuro. E che attrae investitori e turisti. Qualcosa di tanto lontano dai soliti stereotipi da rimanerne affascinati.

I numeri

Sono i numeri che parlano, scrive Il Sole. Nel 2017 il valore aggiunto per abitante (16.396 euro) è quasi tornato ai livelli del 2008 (16.449 euro). Soprattutto, dopo anni di grande difficoltà, la regione si muove quasi alla stessa velocità della media nazionale. La Campania è la prima regione del Mezzogiorno per contributo al Pil (28,1% del Sud) e anche quella con il maggior incremento di imprese attive (oltre 6mila in più nel 2017).

Una Campania che attrae, soprattutto quando si parla di innovazione, scrive il quotidiano.

Il polo di San Giovanni a Teduccio

Il Polo Universitario di San Giovanni a Teduccio, per esempio, con annessa Apple Developer Academy, alla periferia orientale di Napoli, è stato giudicato dalla Commissione europea un caso di best practice di impiego delle risorse Ue. La Regione ha finora investito, sul progetto, 68,6 milioni.

Il primo big player tecnologico a scommettere, nel 2016, sul territorio regionale, fu la Mela di Cupertino, che alle falde del Vesuvio ha allestito una delle sue tre Developer Academy a livello mondiale. Il primo percorso triennale si è concluso a giugno: sono stati formati mille studenti provenienti da tutto il mondo.

Non solo Apple. C’è il Cisco Digital Transormation Lab, dove si sviluppano progetti di co-innovazione, la Digita Academy di Deloitte, unica academy in Italia per la formazione dei professionisti della trasformazione digitale e dell’industria 4.0. Ci sono anche presidi di Tim, Fs, Intesa Sanpaolo, e prossimamente, Merck e Leonardo.

Dice Giorgio Ventre, direttore scientifico della Apple Developer Academy:

“La città sta diventando un hub mondiale delle competenze nella trasformazione digitale”.

Negli ultimi sei mesi hanno anche aperto i battenti la Giffoni Multimedia Valley, il Centro di Artigianato Digitale di Cava de’ Tirreni e i coworking Lab46 a Napoli e Sellalab e Palazzo dell’innovazione a Salerno.

Le multinazionali che investono

Napoli piace anche alle multinazionali. Nel capitale della startup innovativa campana Tolemaica è entrata la giapponese Ntt Data, specializzata in system integration, cybersecurity e intelligenza artificiale.

La Campania è un habitat fertile per le startup:

“da MegaRide, spinoff accademico della facoltà di Ingegneria dell’Università Federico II che in MotoGp esalta le prestazioni degli pneumatici delle Ducati, a Paginemediche, la piattaforma salernitana di digital health da 2,5 milioni di utenti, dove pazienti e medici si incontrano in tempo reale”.

La best practice di Pompei

E qualcosa è cambiato anche in termini di visitatori. Basta guardare quanto accade a Pompei. Se fino a qualche anno fa il sito archeologico era sulle pagine dei giornali per i crolli, oggi è tra le best practice di spesa dei fondi Ue. Nel 2018 gli scavi hanno fatto registrare il 3,6 milioni di visitatori, +6,7% rispetto all’anno precedente.

“Ragazzi, che spettacolo”.

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