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La qualificazione è ancora possibile, ma il Napoli deve crederci

L’Arsenal fuori casa è un’altra squadra, decisamente svogliata e meno competitiva. Lo spazio e il tempo per la rimonta ci sono

La qualificazione è ancora possibile, ma il Napoli deve crederci
Foto Calcio Napoli

L’analisi della sconfitta l’abbiamo fatta. Non abbiamo ancora scritto un articolo sulle lacune degli esterni di difesa, è vero, ma crediamo di aver trascura davvero poco dell’infelice serata dell’Emirates. Che nel primo tempo è stata disastrosa.

Tra il risultato del primo tempo e il risultato finale c’è stato a nostro avviso il passaggio da serata disastrosa a serata brutta, infelice, più brutta che infelice, ma non più disastrosa. Perché queste partite, le partite di Coppa, vanno interpretate e giudicate sui 180 minuti. Anche se ormai questo avviene raramente, come abbiamo visto per i commenti post Salisburgo-Napoli: un’inutile sconfitta per 3-1 è parsa una catastrofe.

Al di là della prestazione offerta, ci sta di perdere 2-0 sul campo dell’Arsenal. Sarebbe capitato a molte delle squadre in lizza nei quarti di finale di Europa League. Eppure è un risultato che non chiude la speranza. Per diversi motivi.

Innanzitutto perché il Napoli è capace di vincere 2-0 al San Paolo contro parecchie squadre. Il Napoli non deve farsi prendere dall’assillo di segnare. Ha novanta minuti per fare due gol, almeno due gol, senza subirne alcuno e quindi approdare ai supplementari.

Una delle caratteristiche dell’Arsenal è la evidente differenza di risultati e di atteggiamento tra i match disputati in casa e quelli fuori casa. Ieri sera, almeno la metà delle domande poste in conferenza stampa dai giornalisti inglesi a Emery erano incentrate proprio su quest’aspetto. Sulla squadra dai due volti. Irrefrenabile e travolgente a Londra; svogliata e priva di condizione lontano da casa.

Anche in Europa League l’Arsenal ha perso 3-1 in casa del Rennes per poi rimontare agevolmente a Londra.

Il discorso qualificazione è tutt’altro che chiuso. Ovviamente non siamo 50 e 50 come ha detto Emery che ha mentito sapendo di mentire. Però il Napoli le sue chance le ha. Ovviamente deve crederci e giocare con grande attenzione. Deve sapere che costruirà un numero importante di palle gol e dovrà essere capace di convertirle in gol. 

Il fattore casalingo conterà, nonostante tutto la freddezza che stavolta si è avvertita quest’anno. Giovedì prossimo il San Paolo sarà il San Paolo. Ne siamo certi. E sarà un’occasione importante per il Napoli per firmare quell’impresa che andrebbe sotto il nome di sblocco psicologico.

Bisogna però interiorizzare il concetto che si può passare, si possono segnare due o tre gol all’Arsenal senza subirne e giocare per realizzare il progetto.

Un po’ di precedenti cui aggrapparsi, non mancano. Abbiamo scritto subito ieri sera – corna facendo – del 1989, della sfida d’andata contro la Juventus. Va anche ricordato che Emery era l’allenatore del Psg quando i francesi subirono una delle remuntade più clamorose della storia del calcio: Barcellona-Psg 6-1 dopo lo 0-4 dell’andata al Parco dei Principi.

Ovviamente il Napoli non è il Barcellona. Lo sappiamo. Quella, come spesso avviene, fu una partita vinta innanzitutto nella testa. In quella dei calciatori del Psg soggiornavano i fantasmi della rimonta. E non sono riusciti scacciarli, nemmeno dopo aver segnato un gol al Camp Nou. Quello che prefiguri nella testa, spesso poi accade nella vita e sul campo.

Se il Napoli ci credesse veramente, potrebbe ribaltare il risultato. La Roma di Di Francesco lo ha fatto contro il Barcellona, segnando tre gol a Messi e compagni. In una partita memorabile per i tifosi giallorossi. Il Napoli deve crederci, deve pensare di potercela fare. Al San Paolo sarà un altro Arsenal e sarà un altro Napoli.

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