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Ancelotti prova a opporre i numeri ai Nigel Farage del Napoli

In questi giorni l’allenatore sta finalmente assaporando Napoli che definirebbe fallimentare un secondo posto sin qui raggiunto solo sette volte nella sua storia

Ancelotti prova a opporre i numeri ai Nigel Farage del Napoli
Hermann / KontroLab

Il fallimento

Fondato nel 1926, in 92 anni di storia il Napoli ha raggiunto il secondo posto in Serie A sette volte: quattro volte con la gestione Ferlaino (che portò anche due scudetti, limitandoci solo campionato) e tre con la gestione De Laurentiis. Come scritto più volte in questi giorni, solo quattro volte – prima di quest’anno – il Napoli aveva raggiunto i quarti di finale di una coppa europea.

Al momento, il Napoli è secondo in campionato – sarebbe quindi l’ottavo secondo posto della storia del Napoli – ed è uscito ai quarti di finale di Europa League (la quinta volta in cui il club è arrivato tra le prime otto di una competizione europea); peraltro dopo aver disputato il girone di Champions e aver sfiorato la qualificazione all’ultimo secondo contro Psg e Liverpool.

Il dibattito a Napoli ruota attorno alla parola fallimento. Il Napoli secondo in classifica (e quindi per la quarta stagione consecutiva in Champions), da tutti pronosticato quinto in campionato perché con una rosa modesta che solo Sarri sapeva far girare – il famoso pesce fritto con l’acqua -, improvvisamente è diventato fallimentare.

Chi scrive, è stato definito indecente per aver dato 7,5 ad Ancelotti allenatore del Napoli per una stagione che – ripeto – è ampiamente e decisamente positiva. Anzi, potrebbe essere persino da 8. Magari il Napoli finisse tutte le stagioni così. Lo dice la storia di questo club. Poi, per carità, indecente è niente rispetto a venduto, leccaculo, servo del padrone, e tanto altro che non sto qui a ripetere e che da sempre accompagna il Napolista, il suo direttore e anche qualche firma.

E non abbiamo ovviamente negato – come peraltro non lo ha negato nemmeno Ancelotti – il rallentamento nella seconda parte della stagione. Non ce ne sarebbe stato motivo.

I tanti Nigel Farage

Ma soltanto a Madrid si aprono processi per un secondo posto. Il punto, ormai tanto evidente quanto triste, è che siamo più o meno ammalati tutti di consenso. E per avere consenso, occupandosi del Napoli, oggi bisogna imitare Nigel Farage l’esponente di spicco del movimento Brexit, l’uomo che più di ogni altro ha cavalcato e aizzato il malcontento della popolazione britannica e ha contribuito – insieme a molti altri fenomeni che stanno venendo fuori, legati anche all’uso di Facebook – al voto che rischia di stravolgere la popolazione britannica. Molti commentatori di calcio, a Napoli, soprattutto sui social ma non solo, sono aspiranti Nigel Farage. Parlare e scrivere di fallimento o di stagione negativa, porta consenso. Attaccare De Laurentiis, che ha preso una squadra fallita e l’ha portata dove l’ha portata, garantisce consenso. Irridere (succede anche questo) o vomitare fiele su Ancelotti – Dio ci perdoni – assicura una buona dose di like.

Ed è persino inutile provare a riportare il dibattito su un terreno analitico. Le motivazioni sono di altra natura, sono extra-calcistiche. Qui, Vittorio Zambardino aveva messo in guardia il nostro amato allenatore (“Ancelotti, vattene adesso. Abbandona Napoli al suo delirio”). In settimana, sul Napolista, abbiamo anche smontato – dati alla mano – la notizia sulla rosa del Napoli che con Ancelotti avrebbe perso valore. Transfermarkt evidenzia che è vero il contrario: vale 74 milioni di euro in più.

La scienza può poco

Oggi Carlo Ancelotti si è presentato in conferenza stampa con una serie di foglietti. In questi giorni, il nostro allenatore si è accorto di che cos’è realmente Napoli. Del resto qualcosa aveva capito al momento del suo arrivo, come se fosse arrivato il signor nessuno.

Ha provato a portare la discussione su un terreno analitico. Ovviamente dubitiamo dell’esito del suo tentativo. Ha provato a spiegare la condizione atletica del Napoli. Perché un’altra delle tante meraviglie di Napoli, è che persone che non hanno partecipato nemmeno ai giochi della gioventù, che a stento avranno fatto tre piegamenti nella loro vita, impartiscono lezioni di preparazione atletica.

Ancelotti ha spiegato come si leggono le statistiche relative alla preparazione atletica. Quanta differenza c’è tra i chilometri percorsi, il volume, e gli scatti ad alta intensità quelli di cui parlò diffusamente Francesco Mauri nell’intervista al Napolista. Ha mostrato come la media atletica del Napoli è ben oltre quella della Serie A e come negli scatti ad alta intensità il Napoli è primo in Serie A.

Ha portato, o ha provato a portare il dibattito su un livello analitico. Che a Napoli, ahinoi, lascia sempre il tempo che trova. Dubitiamo che con i dati, i numeri, gli studi, Ancelotti convincerà mai qualcuno. Troppo complesso. La sua sarà considerata una difesa. Come se stesse buttando la palla in tribuna. Sono altre le motivazioni alla base di questo malcontento. Che, a nostro avviso, poco c’entrano con i risultati. Ne abbiamo scritto diffusamente.

La vera curiosità nei confronti di Ancelotti è un’altra: ha ricevuto più critiche per il secondo posto a Madrid o per quello a Napoli?

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