ilNapolista

Se continua così, Zielinski ne troverà pochi alla sua altezza

Juventus irriconoscibile a Bologna, il Var a Firenze. Dopo aver visto la scena di Kepa, io che ho voluto bene a Sarri dico di lasciar perdere il Chelsea

Se continua così, Zielinski ne troverà pochi alla sua altezza

FALLI DA DIETRO – 25A GIORNATA

È la notte degli Oscar e devo calibrare le forze per resistere alla maratona notturna.

Pause di riposo ampie, ampiamente consentite dalla pochezza degli argomenti.

Ancora ululanti e piegati in due, le mani alle uova, per le due terribili ginocchiate alle parti basse rimediate mercoledì a Madrid, gli ergastolani vivacchiano irriconoscibili al Dall’Ara.

Irriconoscibile è Perin con il nuovo taglio che lo fa vagamente simile a quell’Achille Lauro discusso singer sanremese.

Irriconoscibile questo qua col costume di Carnevale del Toy Boy.

Irriconoscibile Alex Sandro che evolve lentamente in un Molinaro qualsiasi.

Poi Acciughina si gira a vedere se c’è qualcuno vivo in panca, e mette dentro la Joya.

Il calcio è questo.

I Felsinei dominano e vanno sotto per l’unico errore commesso.

E così quelli lì, incredibilmente, di nuovo la sfangano.

Tranquilli, manca poco. Ora arriva la Juve di Marzo e si svolta.

Al Tardini è un’altra musica

Finita a Bologna, appena il tempo per aspettare che il Mancho, CT stakanovista, raggiunga il Tardini, e si comincia.

Ed è tutta un’altra musica.

Il Napoli gioca alla grande e ritrova tutti i goals perduti.

È la serata dei polacchi. Del Signorinello Pallido che, continuando così, ne troverà pochi in Europa alla sua altezza.

È la serata di Arcadio, l’Armadio di Cristallo. L’Agnolotto gli manda a dire di tirare bassa quella punizione, e lui, puntuale, esegue.

Poi fa doppietta da attaccante puro, con una rasoiata “terribil-ficcante”.

Ma la novità è Lazarillo, e la nuovissima posizione che il genio Re Carlo gli affida.

Libero di spaziare in ogni zona e molto spesso autentico regista di centrocampo.

Questo è il calcio.

Il Napoli produce il miglior gioco del campionato ed è indietro di tredici punti.

Abissi. Incolmabili.

Domenica la sfida al San Paolo sarà più accademia che altro. Ma varrà la pena di vedere come andrà a finire.

In questo campionato senza domani, per chi vede e pensa positivo, impazza – per così dire – la lotta per l’Europa.

Fumano ancora le pistole di Krystoff nell’anticipo di venerdì.

Sette goal in sei partite con la maglia rossonera, impresa che lo porta immediatamente dietro alla Pulce a livello continentale.

C’è battaglia allo Stirpe.

Nzonzi e Olsen regalano letteralmente un goal a Camillo Ciano da Marcianise.

Reazione dei Sangue-oro che ribaltano il risultato con Pellegrini e il Ciclope Bosniaco.

Il finale è da brividi.

Le caciotte ciociare, sostenute da un tifo alle stelle, impattano con il gioiellino Pinamonti.

Poi Baroni manda in campo Marcello Trotta, anche lui campano. Di Santa Maria Capua Vetere.

Ed è proprio lui ad avere la palla della vittoria.

Ma stavolta Olsen sventa.

Poi all’ultimo secondo è Dzeko a sancire la vittoria.

Partita infinita al Franchi.

Dopo 16 secondi va in goal il Cholito.

E meno male che non esulta come il papà, sennò non so come sarebbe finita.

A Prato nel pomeriggio finisce cosi.

Si gioca Prato-Viareggio, serie D. Il bomber di casa Riccardo Moreo segna e va davanti al pubblico a imitare il Cholo .

L’ arbitro si avvicina, e lo caccia dal campo.

Partita nervosa e a tratti proprio bella.

Politano segna un goal favoloso e poi esulta. Alla Wandicardi, lui. 

Ma immediatamente Perisic – nemico numero uno dell’argentino reprobo – lo rimprovera. 

Ovviamente la Signora, candidata all’Oscar come attrice non protagonista, non perderà l’occasione televisiva per accendere i riflettori sui suoi bei seni rotondi.

Poi l’Abisso.

Il Var che scombina tutto. Goal annullati, rigori assai dubbi assegnati, come quello all’ultimo istante letteralmente regalato agli stilnovisti.

I Suninter chissà, forse meritavano anche di vincere.

Ma dopo la notte di Santo Stefano, cosa volete, ogni episodio sfavorevole all’Inter, io lo interpreto come il segno della nemesi che si sveglia a fare giustizia.

Nell’intervallo della partita vedo cose mai viste.

Wembley, minuti conclusivi dei tempi supplementari della finale di Coppa di Lega tra il Chelsea e il Manchester City.

Kepa rifiuta la sostituzione ordinata da Sor Tuta.

Che bufera! L’autorità perduta.

Chi – come me – gli ha voluto bene, soffre per lui. E lo invita a lasciar perdere immediatamente.

È la notte degli Oscar.

Oscar all’allenatore più simpatico.

Ringhio ai microfoni dopo Milan-Empoli.

Il giornalista gli chiede: “Dove ha trovato la pietra filosofale per trasformare in oro i giocatori?”.

Lui risponde: “Falla più semplice che ho fatto fatica a diplomarmi”.

ilnapolista © riproduzione riservata