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Due cose sono chiare: Hamsik vuole andarsene, De Laurentiis sa fare le trattative

La vicenda letta con con gli occhi del popolo papponista che declina ogni cosa in chiave anti De Laurentiis e, come al solito, resta spiazzato dalla realtà

Due cose sono chiare: Hamsik vuole andarsene, De Laurentiis sa fare le trattative
Aurelio De Laurentiis

La reazione pavloviana del papponista

La vicenda Hamsik-Dalian non è ancora chiusa. Ma anche stavolta il comportamento di gran parte dei seguaci – chiamiamoli così, tifosi secondo noi è un termine improprio – o forse sarebbe meglio seguitori nel senso di follower, insomma loro, il loro comportamento, i soliti noti è stato come al solito sorprendente. Perché nonostante tutto, una certa parte dei seguitori del Napoli continua a sorprenderci. Riescono di default a piegare ogni circostanza alle loro esigenze di critica al club e alla sua gestione. Insomma a De Laurentiis.

Sabato sera, Hamsik esce dal campo tra gli applausi del San Paolo. Strani applausi, la panchina è in piedi. Insomma è un addio. La reazione pavloviana del papponista è attribuire la responsabilità al presidente. Scene di panico. Come si fa a partire un giocatore come Hamsik a gennaio? Per pochi spiccioli. Bisognava incatenarlo. La spiegazione di Ancelotti: («Nessuno nel Napoli, dopo tutto quello che ha fatto Hamsik in questi anni, se la sente di opporsi al suo desiderio»). Parole al vento, va da sé. Il papponista è come il complottista, Non lo convinci in alcun modo.

La svolta orwelliana

L’aspetto meraviglioso è che 72 ore dopo, gli stessi che avevano criticato De Laurentiis imputandogli la responsabilità dell’affare, lo hanno incolpato di non esaudire il desiderio di Hamsik. E di tarpargli le ali – bancarie – per pochi euro. Gli stessi! È un fenomeno meraviglioso.

Non solo. Il tweet del Calcio Napoli ha fatto alzare il sopracciglio – non alla Ancelotti – ad alcuni seguitori del Napoli. Come se chissà a quale figuraccia il Napoli ci avesse esposto. Lui che è l’unica rockstar in una città di conformisti, come ha brillantemente scritto Freddy Rincon l’altra sera. Il napoletano deve essere sempre al di sopra delle parti. Inappuntabile. Non come la Juventus che in piena bufera stupro scrisse due tweet in difesa di Cristiano Ronaldo, quelli sì squallidi e che fecero il giro del mondo.

Il Napoli nel tweet non cita il Dalian ma li chiama cinesi. Potremmo dilungarci sul tweet per segnale alcune finezze, ma evitiamo. De Laurentiis non è più colui il quale voleva a tutti i costi vendere Hamsik, ora diventa orwellianamente colui il quale incatena il nostro capitano. E che getta discredito sulla città. Oh noi tapini. Tesi che oggi peraltro scorgiamo anche sul Mattino che intervista Salvatore Civale, presidente dell’Associazione Italiana Avvocati Sport e uno dei massimi esperti di calciomercato cinese, che definisce quel tweet un errore che probabilmente irrigidirà il Dalian. Pare non sia così, pare.

Affari cinesi

In pochi ricordano, o comunque hanno ricordato la misteriosa esperienza cinese del Milan, o anche il trasferimento di Luiz Adriano che partì per l’Estremo Oriente con la stessa rapidità con cui tornò perché l’affare non si concluse. Gli affari sono sporchi a tutte le latitudini. Non ci viene mai in mente – in realtà a loro – che De Laurentiis possa saperne di più, che trattative a più zeri lui le sa condurre, che noi a stento riusciamo a pagare le bollette e il condominio. Nulla di tutto questo. Lui, De Laurentiis, che l’altro giorno in conferenza citò Marco Bellocchio e il suo “La Cina è vicina” lasciando interdetti i più. Bellocchio chi? La mezzala? Ma no, il procuratore!

Oggi, intanto, sappiamo che Hamsik è andato a fare le viste mediche, perché il capitano – cui noi continueremo a volere bene – alla Cina non intende rinunciare, e che il Dalian potrebbe entro martedì accettare le richieste del Napoli: venti milioni sporchi, maledetti e subito. Che, ovviamente, in caso di mancato pagamento, avrebbe perso il solo De Laurentiis. Non il popolo di seguitori che magari avrebbe anche esultato. Con la foto di Zuniga sul comodino, l’idolo di tutti loro.

Concludiamo con una citazione dalla Gazzetta dello Sport, non dall’Eco di De Laurentiis:

ADL è uomo di comunicazione, che può essere discutibile nei modi ma sicuramente efficace. Fra i primi nel mondo del cal- cio italiano a intuire la potenzialità dei social, dal 2013 su twitter è stato un innovatore. Dal suo profilo, che conta oltre 640 mila follower, si è inventa- to anche le chat in diretta coi tifosi e sempre da qui ha an- nunciato l’ingaggio da Benitez in poi di tutti i suoi maggiori acquisti. Più che cinguettii a volte i suoi sembrano colpi di clava, ma raggiungono spesso l’obiettivo prefissato. Per cui quel tweet di mercoledì lanciato dal profilo del club avrà pure fatto storcere il naso, main quel modo un fermare la trattativa senza manco citare l’interlocutore – col Dalian definito genericamente «ai cinesi» – ha fatto rimbalzare il messaggio forte e chiaro fino in Cina, senza bisogno di intermediazioni. E siccome Wang Jianlin, patron del Dalian e al momento uomo più ricco in Cina, questo affare vuol farlo, dopo quel cinguettio che fa l’effetto di un ruggito leonino la trattativa si è rimessa in moto su presupposti diversi.

È tutto, fino alla prossima levata di scudi dei seguitori del Napoli.

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